La sinistra si tura il naso e rivaluta Donald

Giravolta dei piddini anti-Usa che non possono criticare il bombardamento

La sinistra si tura il naso e rivaluta Donald

Spiazzati da Trump i trumpisti d'Italia, con Beppe Grillo che ammutolisce e Matteo Salvini sull'orlo di una crisi di nervi. D'accordo. Ma degli altri, gli anti-Donald, anche loro presi in contropiede, ne vogliamo parlare? Che succede quando a reagire a un crimine contro l'umanità è proprio l'odiato nuovo presidente degli Stati Uniti? E ancora, come si fa a giustificare l'attacco senza parlare bene di chi ha dato il via al bombardamento?

Per carità, qualcuno ci riesce benissimo, come Federica Mogherini: per l'Alto rappresentante Ue per la politica estera «L'intenzione americana di limitare gli attacchi chimici è comprensibile». Questa del resto è la posizione dell'Europa, avvertita all'ultimo momento, e del governo italiano. E con la Casa Bianca, superando il possibile imbarazzo di aver fatto il tifo per Hillary Clinton fino alla fine, si schiera sostanzialmente pure il Pd. «I crimini di Assad - dice ad esempio Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa della Camera - non possono più essere tollerati. Ci auguriamo che l'azione americana induca la Russia a non sostenere più acriticamente il regime di Damasco e acceleri un processo di soluzione diplomatica di cui anche l'Europa deve rendersi protagonista». Bruxelles però è stata tenuta fuori. «Obama si consultava, Trump invece se ne frega dell'Europa», si lamenta Enrico Letta.

Ma non è questo forse il momento per recriminare. «Gli attacchi americani di questa notte contro la base militare di al Shayrat sono la risposta a un crimine contro l'umanità, l'utilizzo delle armi chimiche contro la popolazione di Idlib, avvenuto il 4 aprile scorso, che ha causato centinaia di morti e feriti - sostiene Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera - . Atti di questa spregiudicatezza non possono che produrre risposte ferme ma proporzionate.

Dunque, un male necessario. Non tutti però nel partito sembrano d'accordo con la linea ufficiale. Basta sentire la deputata siciliana Gea Schirò, membro della commissione per le Politiche europee: «Non servono dimostrazioni di forza, non bisogna agire d'impulso. Questo non è video-gioco, qualcuno lo spieghi a mister man-of-war». E il capogruppo a Montecitorio Ettore Rosato preferisce insistere sulla necessità di riaprire i negoziati e polemizzare con i grillini: «Quando la Russia bombarda la Siria, Di Battista tace, ma si sconvolge quando ad attaccare sono gli Usa. Ci sono bombe migliori di altre?».

E i fuoriusciti di Mdp? Loro, alla ricerca di uno spazio e di una diversità, sono decisamente meno filo-yankees. Per Alfredo D'Attorre, che ricicla la definizione Washington «gendarme del Medio Oriente», sulla responsabilità dell'attacco chimico «non c'è certezza e l'azione Usa rischia di provocare un'escalation del conflitto e di deteriorare i rapporti con Putin». Roberto Speranza parla di «risposta unilaterale» e spera nella Ue.

A sorprendere invece è Massimo D'Alema: «I crimini contro i civili sono stati compiuti da una parte e dall'altra, e Assad non è certo innocente. Oggi però sul campo c'è più equilibrio e, paradossalmente, l'attacco americano, se ci sarà saggezza, potrebbe anche aiutare, perché potrebbe creare le condizioni per riaprire la trattativa». Vai Donald?

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