Sisma a Parma, torna l'incubo 2012

Scossa di magnitudo 4,4. Paura, molti in strada ma nessun danno

Sisma a Parma, torna l'incubo 2012

La terra si scuote. Trema la Cisa e si torna ad avere paura in Emilia. Ieri per pochi, interminabili, istanti la dorsale appenninica ha tremato facendo tornare indietro il tempo al 2012 e al terremoto che sconvolse modenese e mantovano. Questa volta è andata meglio, molto meglio. La scossa più importante è stata di magnitudo 4,4, anticipata e seguita da alti brividi. Erano le 13.37 quando tutto ha cominciato a tremare. L'epicentro del sisma è per i sismografi fissato a Fornovo di Taro, ai piedi del passo della Cisa, in provincia di Parma, a 32 km di profondità. Ed è proprio questo che, secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha fatto sì che lo sciame delle scosse fosse avvertito più sulla dorsale di montagna che collega Parma a Piacenza e alla Liguria e meno nelle città. «Rispetto a 5 anni fa ha spiegato il sismologo Alessandro Amato l'epicentro è molto profondo e il terremoto è scaturito dal basamento roccioso e non dal sedime». A Parma lo struscio meridiano non ne ha risentito, ma in provincia la paura è stata tanta. In particolare nella zona di Bardi, Calestano, Solignano e Varano de' Melegari, il quartier generale della Dallara, la prima scossa di magnitudo 3,3 si era già avvertita alle 13.10. Il «colpo» è arrivato, a Fornovo di Taro, poco meno di mezz'ora dopo ed è questa scossa ad aver toccato anche Parma e Reggio Emilia. Quindi una serie di onde sismiche - fino a cinque - di assestamento si sono susseguite fra le 13.50 e le 13.52, con magnitudo inferiore a 3 ed epicentro fra Terenzo e Berceto, i borghi medievali che punteggiano il passo appenninico, scavalcando la dorsale e arrivando a toccare anche lo spezzino e il levante ligure. Questa onda sismica è quindi «salita» verso Nord ed è stata percepita nettamente anche a Salsomaggiore e verso il piacentino con un'eco anche nel pavese e nel milanese. Sull'Appennino e fra le valli di Baganza, Taro e Ceno la gente è rimasta per alcuni attimi prigioniera della paura e dei ricordi perché quassù il ricordo del 2012 è ancora vivo. E soprattutto questa è storicamente una zona sismica anche se non si sono mai registrati terremoti di magnitudo superiore a 6, a differenza invece dell'altro versante appenninico che precipita sulla Garfagnana che in passato ha registrato anche eventi più potenti. Stavolta niente danni se non qualche calcinaccio caduto a Fornovo di Taro dove il sindaco, Emanuela Grenti, ha esclusi danni seri: «Non abbiamo segnalazioni anche se la paura ha spinto la gente a chiamare vigili del Fuoco e forze dell'ordine».

Attivate anche le procedure di verifica su scuole ed edifici pubblici che però, in serata, risultavano perfettamente agibili. Stesso scenario anche a Parma dove il sindaco Federico Pizzarotti ha monitorato la situazione tracciando un bilancio senza danni: «La scossa è stata percepita ma non con particolare rilievo».

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