Soldi venezuelani al Movimento Cinque Stelle? Carlo Calenda è netto: «Se verrà confermata la notizia dei milioni pagati da Chavez a quel partito, sarebbe un fatto gravissimo. E si confermerebbe l'ennesima presa in giro del grillismo, che dice una cosa e fa il contrario».
A che si riferisce, onorevole Calenda?
«Al fatto che sono stati loro a inserire nella famigerata legge Spazzacorrotti il divieto per i partiti di ricevere finanziamenti da altri paesi».
Il loro legame col regime chavista però è sempre stato esplicito.
«Certo, anche nel Parlamento europeo si sono opposti a ogni risoluzione contro il regime venezuelano, hanno organizzato missioni a Caracas e fatto pubbliche dichiarazioni a sostegno di Maduro e contro l'opposizione. La storia dei finanziamento a M5s va dimostrata, ma bisogna fare chiarezza su una vicenda così grave».
Il figlio di Casaleggio respinge sdegnato ogni accusa.
«Capisco, ma è difficile negare la grande opacità che regna da sempre sulla Casaleggio Associati, che non ha mai applicato alcuna trasparenza sui suoi affari o sui rapporti con il partito».
Per non parlare dei variopinti rapporti internazionali di M5s...
«Come dice Giulio Sapelli, i 5stelle sono una mucillagine peristaltica, si spostano di qua o di là non per ragionamenti e posizioni politici ma per umori o necessità del momento: basti ricordare il provinciale innamoramento di Conte per Trump, o il suo sbilanciamento pro Cina che ci ha attirato malumori da tutta l'Europa».
A proposito di Conte, l'ex premier dice che non si alleerà mai con lei. Le dispiace?
«Per la prima volta sono perfettamente d'accordo con lui. Condivido la sua linea, del resto mi sarebbe oggettivamente difficile dover concordare strategie politiche con la Taverna. Anzi, dirò di più: se il Pd riesce a farli entrare nel gruppo socialista europeo, io ne uscirò».
Vede in difficoltà il neo leader grillino?
«È un uomo estremamente duttile, che è riuscito a passare dal populismo al sovranismo all'europeismo al progressismo senza fare una piega. Ma i suoi sono ancora più duttili, e presto la maionese gli impazzirà in mano».
Le pressioni dei partiti logoreranno il governo Draghi?
«Non credo proprio, il premier va dritto per la sua strada come ha fatto sul green pass, una scelta dura e coraggiosa che si è rivelata lungimirante, tenuta ferma nonostante la rivolta della destra come della Cgil di Landini. Il governo è come una macchina piena di bambini che fanno casino sul sedile posteriore, mentre papà guida ignorandoli».
Oggi il ministro Brunetta invita Fi a mollare i sovranisti e sostenere Draghi.
«Mi sembra un passaggio di grande importanza: Forza Italia non può stare con il Ppe in Ue e i sovranisti pro-Orban in patria. Berlusconi sa benissimo che un governo a trazione Meloni sarebbe un disastro per l'Europa.
Io spero che il prossimo governo, ancora guidato da Draghi, sia sostenuto da una forte maggioranza con Fi, Pd e un movimento liberal-democratico e riformista. Non si possono fare le riforme radicali che servono all'Italia con M5s e Lega».
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