Economia

Banche, soldi pubblici e colpe di Stato

Banche, soldi pubblici e colpe di Stato

Tutti i salmi finiscono in gloria a Dio Onnipotente. Il detto si attaglia alla decisione del governo per il Monte dei Paschi, con un intervento opaco di doppio aiuto statale nella ricostituzione del capitale sociale e nello smaltimento delle sofferenze bancarie con il fondo privato Atlante rimpolpato con soldi di enti del parastato. Il paradosso è che lo Stato fa questi interventi per mettere una pezza a gravi mali che esso medesimo ha provocato e che non sembra voglia affrontare.

Si tratta del fatto che l'eccesso di sofferenze bancarie difficili da smaltire è stato creato dallo Stato medesimo, con governi guidati dal PD e del fatto che l'attacco speculativo alle nostre banche, dopo la Brexit, è stato incentivato dal nostro premier con il suo referendum sulla riforma costituzionale con valenza simile a quello del governo Cameron. Mentre la legge di bilancio vigente, a causa della riduzione delle crescita del Pil, genera un aumento anziché una riduzione del rapporto fra debito e Pil. Il debito pubblico italiano nel 2016 supera il 132% del Pil. I mercati ci giocano. Si discute se il valore delle garanzie immobiliari sia pari al 45% dei debiti in sofferenza, come di media nelle valutazioni delle banche. O il 20% o il 25-30% (a quale valore siano registrate quelle del Monti dei Paschi comunque è un mistero). Ma si dimentica che i governi Monti, Letta e Renzi dal 2012 al 2015 hanno dato luogo a un aumento di tre volte della tassazione patrimoniale degli immobili. Nel 2015 l'aliquota di imposta di registro per la cessione di immobili con vincolo storico-artistico (gran parte del patrimonio nazionale) è stata portata dal 4% al 9%; un precedente decreto Bersani ha abrogato la possibilità di utilizzare il valore catastale ai fini dell'imposta sui trasferimenti immobiliari e vi ha sostituito il valore di mercato presunto, con un enorme aumento dell'onere fiscale. Molte nuove sofferenze sui crediti bancari sono state create da questi inasprimenti di tassazione immobiliari nel settore delle imprese di costruzione, in quelle immobiliari, nelle industrie e nei servizi connessi. Le regolamentazioni urbanistiche sono rimaste onerose, le macchinose procedure giudiziarie del recupero crediti non sono state sveltite se non in qualche dettaglio e con poco effetto per i procedimenti in atto.

Morale, lo Stato aiuta il Monte dei Paschi garantendo lo smaltimento delle garanzie sui crediti in sofferenza, che esso stesso ha contribuito a creare. Si addossa il rischio di eventuali differenze fra il prezzo di realizzo e di carico delle società specializzate che compreranno tali garanzie, ma non fa nulla per rimettere in moto il mercato immobiliare, che esso medesimo ha messo nei guai; non attiva procedure per la valorizzazione anziché il degrado di tali garanzie. Lo Stato non aiuta il mercato a funzionare, interviene a sostituirlo. I parametri patrimoniali nelle nostre banche sono resi precari dal fatto che esse hanno molto debito pubblico ed ora che la crescita del Pil è meno del previsto e il rapporto con il debito. Così il governo dà soldi a Mps per ricapitalizzarsi.

Lo Stato invece dovrebbe fare il proprio mestiere, consistente nel metter in ordine i propri conti e nell'alleggerire la pressione fiscale e l'interferenza col mercato e i diritti i proprietà.

È vero che le norme europee sulle ristrutturazioni bancarie violano il canone costituzionale italiano della tutela del risparmio in tutte le sue forme. Ma come può il nostro governo protestare per tale violazione, se esso, per primo, continua a violare il precetto?

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