"Sono l'agente Yuri, mi hanno accoltellato". Ma i soccorsi non sono mai arrivati

Registrati gli attimi del ferimento del poliziotto intervenuto per sedare la lite

"Sono l'agente Yuri, mi hanno accoltellato". Ma i soccorsi non sono mai arrivati

Roma - «Mi fai parlare per cortesia». «Avanti». «Sono Yuri, la 8, sono stato attinto dal coltello, perdo molto sangue. Per cortesia». Yuri Parlato, 31 anni, capopattuglia della volante 8 ha una ferita profonda al torace. Una lama di 20 centimetri gli ha trapassato le costole e sfiorato un polmone. Nonostante questo ha la forza di trascinarsi fino alla radio e lanciare la richiesta di soccorso alla sala operativa della questura.

Tor Bella Monaca: è una strada interna via dei Cochi. Il compagno di Parlato sta lottando con l'aggressore, Pietro Maruca, 60 anni e una sfilza di precedenti penali. Lo sta disarmando per arrestarlo. Tutto questo senza esplodere un solo colpo di pistola. Operato d'urgenza venerdì sera, l'agente ferito sta meglio. Le sue condizioni sono stabili, riferiscono all'Umberto. «Paziente in miglioramento. Continua osservazione clinica per almeno altre 24/48 ore» scrivono sul bollettino medico. E gli amici di Yuri lo incoraggiano con un audio diventato virale: «Resisti collega!» con la foto degli stracci insanguinati lasciati a terra. La storia di quanto accaduto si concentra in 2 minuti e 42 secondi in formato mp3. La questura attende notizie su una lite violenta fra due persone, marito e moglie, all'interno di una tabaccheria. La volante che per prima è arrivata sul posto è quella di Yuri. Nella registrazione c'è l'epilogo, drammatico, dell'intervento. «Casilino a 5 minuti» dice un agente del vicino commissariato corso in appoggio. «Va bene Casilino. Silenzio radio per tutti». Il coordinamento delle volanti prosegue: «Prenestino 1, se mi fai sapere se è stato investito il collega». A questo punto interviene Yuri. Un attimo di silenzio agghiacciante. Poi. «Un collega attinto. Un coltello». «Un coltello? Dove?». Da questo momento in poi sembra davvero la scena di un film. Sirene spiegate fanno da colonna sonora a dialoghi concitatissimi. «D'urgenza la 8». «Stiamo andando, stiamo andando. Sta arrivando anche l'automedica» assicura la poliziotta della sala operativa. Un'automedica che non è mai arrivata. «Non si capisce una min» ribattono. «Mi raccomando signori, tutti con il giubbotto indossato» la replica. «Via dei Cochi, ultima traversa di viale dell'Archeologia». Un agente di origini campane sottolinea: «È stato accoltellato non aggio capito chi. Yuri, di sicuro Yuri».

Scene da Far West ancora una volta nel quartiere più pericoloso della capitale, Tor Bella Monaca, dove spacciatori e criminali la fanno da padroni. Intanto solidarietà da ogni parte al poliziotto ferito. Dal vicepremier Luigi Di Maio al presidente della Regione Nicola Zingaretti.

Nessuna domanda sul fatto che nemmeno il 113 riesce a far arrivare in tempo un'ambulanza e l'automedica richieste da via di San Vitale, la questura. Un nervo scoperto quello dell'emergenza sanitaria, aggravato dall'introduzione del numero unico di emergenza, il 112. Seguendo il protocollo, spesso gli operatori perdono tempo prezioso.

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