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Il sospetto sui voti leghisti. "Ci han fatto perdere al Sud"

Salvini non ha mai digerito Caldoro e Fitto, i comizi insieme solo alla fine. Emiliano: "Hanno preferito me"

Il sospetto sui voti leghisti. "Ci han fatto perdere al Sud"

Quei due candidati, Fitto e Caldoro, non sono mai andati giù a Matteo Salvini, che alla fine ha dovuto digerirli per «una scelta di compattezza, generosità e umiltà» ma non per vera convinzione. I dubbi sono rimasti per tutta la campagna elettorale e sono stati confermati ancora di più dopo la sconfitta in Campania e Puglia, soprattutto in quest'ultima dove la Lega puntava a diventare «di gran lunga il primo partito della coalizione», come promise Salvini in un comizio a Foggia, mentre si è piazzata solo quarta dopo Fdi. Ma se dalle parti del Carroccio si mugugna sulla scelta sbagliata dei candidati voluti dalla Meloni e Fi al sud, dalla parte degli alleati serpeggia l'inconfessabile sospetto che Salvini non abbia spinto più di tanto l'acceleratore per portare voti ai due candidati governatori e che una parte dei suoi elettori abbia votato in modo disgiunto in quelle due regioni. Tanto più che una vittoria di Fitto sarebbe stato un trionfo della Meloni, che avrebbe ottenuto due governatori in un colpo solo e quindi un punto in più nella competizione interna per la leadership a destra.

Il sospetto non arriva a ipotizzare che Salvini abbia remato contro, ma che non abbia voluto mettere più di tanto la sua faccia sulla corsa dei due candidati della Meloni e di Forza Italia quello sì. «La verità è che Salvini si è sempre rifiutato di farsi vedere insieme a Fitto, è sceso in Puglia molte ma volte senza mai incontrarlo. Solo a pochi giorni dal voto, in cambio della presenza della Meloni a Firenze per la chiusura della Ceccardi, abbiamo ottenuto che lui facesse una cosa insieme a Fitto» spiegano dai vertici di Fdi. Solo il 12 settembre, quindi ad una settimana dalle elezioni, Salvini ha partecipato ad una manifestazione insieme a Fitto, a Bari, con gli altri leader della coalizione.

Prima di quel giorno i due avevano condotto due campagne elettorali sostanzialmente separate, Salvini ogni volta in Puglia era accompagnato da quello che doveva essere il suo candidato, Nuccio Altieri, ex deputato di Noi con Salvini, poi nominato presidente dell'Invimit, la sgr del ministero dell'economia che si occupa di investimenti immobiliari, presenza fissa nei tour pugliesi di Salvini e «retrocesso» a numero due in Regione nel caso si fosse vinto il centrodestra. Fino ad allora Fitto e Salvini si erano solo sentiti al telefono, ripromettendosi di farsi vedere insieme in pubblico più avanti ma rimandando sempre l'incontro.

Fitto fa il gentleman: «Non ho elementi per dire che gli elettori leghisti non hanno votato per me. La Lega l'ho vista leale al mio fianco. Non ho alcuna esigenza di immaginare polemiche strumentali». Emiliano invece la mette giù più cruda: «É evidente che se la Lega in Puglia scende dal 25% al 9% c'è un mare di elettori leghisti che hanno votato per noi, tra Fitto e Emiliano hanno scelto Emiliano come ci auguravamo. Bisognerà avere grande rispetto di questo elettorato leghista che vuole vedere la sua Regione orgogliosamente alla pari del Nord».

La stessa distanza si è verificata in Campania, con Stefano Caldoro, un altro dei volti «non nuovi» contestati e poi maldigeriti dal leader leghista. Anche per il candidato azzurro si è dovuto aspettare la fine di agosto per la foto con stretta di mano tra i due, dopo mesi di freddezza nei rapporti. Da analizzare anche qui la possibilità di un voto disgiunto dei leghisti campani per De Luca. I sospetti reciproci non si traducono in una polemica aperta tra gli azionisti del centrodestra, ma il problema c'è e la Lega lo solleva apertamente. «Un ripensamento nel centrodestra sull'offerta politica che abbiamo fatto ai pugliesi e ai campani va fatto» dice Salvini al Tg1. Il segretario è già al lavoro per i candidati alle amministrative di primavera: «Stiamo incontrando uomini di area culturale che portino una ventata di aria nuova, è fondamentale».

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