L'attimo dello sparo forse ripreso in un'immagine. E non sarebbe neppure una cosa eccezionale considerato che ci troviamo su un set cinematografico. Bisogna però capire se la «scena» nella quale Alec Baldwin ha fatto fuoco, uccidendo involontariamente la direttrice di fotografia e ferendo il regista del film, era all'interno di un «ciak, si gira» oppure faceva parte di un contesto «estraneo» alla registrazione della pellicola. Non è un dettaglio da poco: nel primo caso si avrebbe la documentazione visiva dell'esatta dinamica dell'incidente; nel secondo caso la ricostruzione della tragedia sarebbe demandata solo alle testimonianze dei membri del troupe tecnica e del cast di attori presenti al momento della drammatica sparatoria.
Nel dubbio, la polizia ha comunque sequestrato tutte le attrezzature.
Poi, come in ogni ambiente di lavoro, ci sono i rumors cui lo sceriffo di Santa Fe presta particolare attenzione, pur non prendendo per oro colato i pettegolezzi che circolano attorno allo staff di «Rust».
Si parla di non meglio precisati «contrasti», «rancori» e «litigi»: roba però comune a ogni ambiente professionale dove competitività e adrenalina sono la benzina naturale del mestiere, figuriamoci tra gli «abitanti» del pianeta di celluloide chiamato Hollywood.
Inevitabile pure l'eco delle malignità, con al centro la presunta «inadeguatezza» della responsabile del controllo delle armi (prevista per legge sul set di ogni pellicola dove sia previsto l'uso di armi da fuoco): «Era al suo primo incarico, e già il giorno prima alla sciagura si era registrato un incidente analogo, fortunatamente senza conseguenze», accusa chi va alla ricerca di un facile capro espiatorio. Se questo rispondesse al vero, la posizione della «responsabile sicure» del film rischierebbe un'incriminazione. Un pericolo che continua a incombere anche su Alec Baldwin, inconsapevole autore dell'«omicidio».
Intanto ieri è arrivata la conferma degli investigatori: «Nella pistola c'erano munizioni vere. L'arma era stata consegnata pochi istanti prima all'attore da un assistente, che gli aveva detto che era sicura. Nessuno dei due sapeva che ci fossero proiettili veri. La responsabile del controllo armi era al primo incarico. Si tratta di Hannah Gutierrez Reed, 24 anni».
E poteva mai mancare il giallo nel giallo? Poche ore prima della sciagura, una decina di operatori e tecnici si erano allontanati dal set per protestare contro le condizioni di lavoro.
Secondo il Los Angeles Times gli operatori «erano frustrati per le troppe ore di straordinario e la mancanza di sicurezza». E se a caricare quella vecchia pistola con proiettili veri fosse stato un gesto di «protesta»? Poi degenerato in vendetta mortale?
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