«Nel governo dei migliori non c'è... spazio per queste vicende». Sorride amaro un vecchio democristiano, amico di vecchia data del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci, al cronista che chiede lumi sulla storiaccia di Leonardo (ex Finmeccanica) dove lavora dallo scorso 1 luglio Simone Tabacci, 49 anni, assunto nel colosso della difesa con uno stipendio inferiore a 100mila euro nella divisione Chief Strategic Equity Officier guidata da Giovanni Saccodato. Un conflitto d'interessi in piena regola, visto che Tabacci - fino all'altro giorno, quando le ha restituite a Mario Draghi - aveva le deleghe su Spazio e Aerospazio. Fonti di Palazzo Chigi assicurano che dell'assunzione di Tabacci jr il premier Mario Draghi era stato tenuto all'oscuro, e che la decisione di annunciare l'addio alle deleghe, comunicata da uno scarno comunicato nella tarda serata di giovedì, era l'unica risposta possibile ai malumori - per usare un eufemismo - dell'ex governatore della Bce. Decisiva la moral suasion del ministro dell'Economia Daniele Franco, anche lui ignaro e a dir poco furioso. «Come è possibile che nella procedura di recruiting affidata ad una società esterna a cui Leonardo aveva dato incarico di selezionare uno o più profili con esperienza internazionale nell'ambito dell'M&A ci fosse anche Tabacci jr?», è la domanda che Franco avrebbe fatto a Leonardo. Nel mirino ci sarebbe anche la consulenza da 80mila euro dell'Agenzia spaziale italiana al capo della sua segreteria tecnica di Tabacci, che è pure tesoriere del suo partito, Centro democratico.
Intanto l'ex senatore M5s Elio Lannutti, passato all'Italia dei Valori, ha già presentato un'interrogazione parlamentare su Tabacci jr al governo.
Ma la vera domanda che circola per i corridoi è: a chi andranno le deleghe? C'è chi dice un ministro, «anche senza portafoglio», come riporta Formiche.net che risponde al profilo di Vittorio Colao, titolare dell'Innovazione tecnologica e della transizione digitale. Ma la poltrona fa gola anche a Cinque stell, Lega e Pd. I papabili potrebbero essere Fabiana Dadone, ministro M5s per le Politiche giovanili nella scuderia di Giuseppe Conte, Giancarlo Giorgetti (che si è già occupato di Spazio nel Conte 1) o Lorenzo Guerini, punto di riferimento del Pd all'interno del governo per i temi aerospaziali. Ma non è escluso che alla fine le deleghe finiscano al fedelissimo di Draghi, il sottosegretario Roberto Garofoli, sulla cui scrivania da ieri è finito lo scottante dossier.
D'altronde, Tabacci dixit lo scorso 21 aprile in audizione alla Camera, la Space economy varrà mille miliardi di dollari nel 2040 dai 360 miliardi del 2019. Solo il Recovery destina al settore tra i due e i tre miliardi.
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