Tra gli "sportivi tellurici" che combattono in palestra

Nel PalaGuerrieri di Fabriano c'è chi recita il Rosario nella porta di calcetto e chi gioca a basket tra le brande

Tra gli "sportivi tellurici" che combattono in palestra

Giuliano Guerrieri, lo storico allenatore (scomparso nel 2001) che guidò il Fabriano Basket a partire dalla sua fondazione fino al 1979 portandolo dalle serie minori fino alla serie B, sarebbe orgoglioso di loro.

«Loro» sono gli «sportivi tellurici» che in questi giorni disgraziati di post-terremoto (post neanche tanto, visto che le scosse continuano a non dare tregua) popolano il «suo» palazzetto dello sport, il PalaGuerrieri appunto. Una palestra da 4.000 posti con le tribune piene di bottiglie d'acqua, coperte e vettovaglie che i volontari della Protezione civile distribuiscono agli sfollati marchigiani. Sul parquet decine e decine di brande.

«Di notte qui diventa un grande dormitorio - racconta Isabella, maestra elementare che il sisma ha reso orfana di cattedra e scolari -, ma non spegniamo mai completamente la luce. Vederci in faccia aiuta a sentirsi meno solo ma anche a prendere sonno un po' più serenamente. All'alba siamo già tutti in piedi. Si fa colazione e iniziamo la lezione».

Già, perché Isabella, da brava maestra, non rinuncia al suo lavoro: «Qui ci sono un sacco di bambini. Certo, manca la lavagna ma di block notes e pennarelli ce ne sono a sufficienza per disegnare, scrivere, colorare». La scuola simulata di Isabella ha un gran successo. I piccoli si divertono e quella sensazione di falsa «normalità» è un balsamo anche per i loro genitori. Ai giovani più grandi non par vero di avere tutto un palazzetto dello sport a disposizione: c'è chi gioca a basket dribblando le brandine e chi, sempre tra le brandine, ha montato una rete per sfidarsi a volley. Si potrebbe azzardare anche una partita di calcetto, ma in questo caso bisogna convincere nonna Ada a spostarsi dalla porta che lei ha adibito a «cappelletta» per recitare il Rosario insieme alle sue amiche. I più tradizionalisti preferiscono invece giocare a carte. L'importante è stare uniti, ricreando quel senso di comunità che è il fondamento su cui ricostruire ciò che il terremoto ha fatto crollare.

Ma i «guerrieri sismici» del PalaGuerrieri non sono persone che crollano né davanti al terremoto né davanti a qualsiasi altra sciagura. I piccoli cercano coraggio stringendo al petto animaletti di peluche, ma a zampettare in palestra sono anche cani e gatti veri che nessuno ha cuore di lasciare fuori dalla palestra.

«Stando qui abbiamo scoperto il valore della solidarietà e della fratellanza - racconta Mirco, studente universitario di Macerata -. Ogni giorno carichiamo un furgone e portiamo da mangiare ai colleghi sfollati che alla stazione di Fabriano dormono sul treno messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato». Qui le carrozze con le cuccette, chissà perché, non sono indicate con le lettere a, b, c, d, e, ma con alfa, beta, gamma, delta, epsilon: «Per fortuna vado al liceo classico e studio il greco...» scherza Gianna, 16 anni.

Mirco e la sua famiglia hanno preferito il Palasport al treno: «Qui gli spazi sono un po' claustrofobici, in palestra si respira meglio. E poi lì c'è la possibilità di usare giocare usando canestri e porte. Abbiamo anche organizzato il primo derby degli sfollati: i ragazzi del treno-cuccette contro noi della palestra-dormitorio».

Si scherza per non pensare alle cose serie: la casa perduta, gli studi interrotti, gli affetti spezzati.

Con la luce tutto sembra meno drammatico. Ma ora il buio arriva presto, così come il freddo.

Ci si ritrova al Palazzetto dello sport per l'ennesima sfida a chi fa più canestri dalla lunetta.

Alla gara partecipano in tanti e dall'alto sembra udire il grido di battaglia di Giuliano Guerrieri: «Forza ragazzi. Non mollate. Dai, che ce la facciamo!».

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