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La stangata estiva dell'Imu: mazzata sulla seconda casa

il governo studia un aumento delle aliquote sugli immobili. Squinzi ironizza sulle promesse e attacca i sindacati: "Fattore di ritardo"

La stangata estiva dell'Imu: mazzata sulla seconda casa

I dubbi sul taglio delle tasse annunciato da Matteo Renzi non sono solo quelli dei tecnici. Non spuntano esclusivamente dalla Ragioneria dello Stato o in qualche ufficio bilancio. Sono gli italiani a mostrarsi istintivamente scettici sull'annuncio agostano di abolire la Tasi per tutte le prime case e anche l'Imu su terreni agricoli e imbullonati a partire dal 2016. Secondo un sondaggio dell'istituto Ixè realizzato per Agorà (Raitre), il 59% degli italiani pensa che la promessa di Renzi di togliere a tutti la tassa sulla prima casa sia demagogica, mentre solo il 32% lo ritiene un impegno politico credibile. Non è un giudizio di merito. L'abbattimento delle due imposte odiatissime, piace al 56% del campione. Ad essere messa in dubbio è la fattibilità.

Lo dice in modi diverso persino il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. «A uno che dice che riduce le tasse noi facciamo un tifo spietato. L'importante adesso è trovare i modi con cui finanziare questa riduzione». Se il governo fa tutto quello che ha annunciato, «mi iscrivo al Pd», ha scherzato. Poi, per bilanciare, una battuta sui sindacati, legata alle resistenze sul lavoro a Ferragosto: «Il sindacato è mediamente un fattore di ritardo in Italia».

Il fatto è che gli elettori hanno buona memoria e ricordano quante volte i governi abbiano attinto al mattone. Oppure i pochissimi tagli alle stesse imposte (come quelle dei governi Berlusconi) seguiti da marce indietro pesantissime (quelle dei governi Monti e Letta).

Il rischio che gli italiani rimangano ancora una volta scottati c'è. Intanto è possibile che il progetto fallisca di fronte alle obiezioni dell'Unione europea. Bruxelles preferisce che i tagli fiscali si facciano per favorire ricerca e investimenti.

Poi le coperture sono traballanti. La prossima legge di Stabilità da 25-30 miliardi è ancora in bozza sulle scrivanie di via XX settembre. Per ora ci sono solo i grandi numeri e si sa che le coperture sono da definire. L'indicazione che sta venendo dal ministero dell'Economia è che alcune misure dovranno per forza avere un effetto neutro sul bilancio. Ad esempio la riforma delle pensioni. Altre dovranno basarsi su coperture permanenti e a prova di bomba. Come il taglio di Tasi e Imu.

E le ipotesi che stanno circolando nel dicastero sono molto poco rassicuranti per i contribuenti italiani. Per il taglio di Tasi e Imu serve poco più di 4 miliardi di euro. In prima battuta sono soldi che perdono i comuni. Quindi il governo pensa di destinare ai sindaci tutta l'Imu che grava sugli immobili strumentali (i capannoni). Ma questo coprirebbe solo metà dei 4 miliardi. Quindi il resto potrebbe arrivare da un aumento delle aliquote Imu sugli immobili diversi dalla prima abitazione. Due miliardi che graverebbero sulle seconde case, già penalizzate dal crollo delle compravendite.

Ma questa è un'ipotesi solo tecnica, spiegano al ministero dell'Economia. Difficile che Renzi l'accetti. Il momento della verità sarà l'approvazione della Local tax. A seconda di come sarà modulata, si potrò capire se ci saranno ulteriori aumenti delle tasse sul mattone o se sarà un'operazione neutra.

Le alternative sono poche. Difficile ricavare altri soldi dai tagli alle spese. Si pensa anche a un alleggerimento del Patto di Stabilità interno. Quindi più margini di spesa per i sindaci. Un modo per spostare il problema sugli enti locali.

Di fatto, una legge fatta in deficit.

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