Roma - Sulla carta il rinnovo del contratto c'è. Nella realtà mancano le risorse e i nodi da sciogliere restano tanti. Ieri è ripresa la trattativa tra lo Stato (o meglio l'Aran) e i sindacati del pubblico impiego. Tra i nodi che sono subito riemersi quello degli 80 euro. Gli statali, stando all'accordo siglato a novembre, dovranno avere aumenti non inferiori a 85 euro, così molti (chi si trova nelle classi di retribuzione che vanno dai 23 e i 26 mila euro annui) rischiano di superare la soglia di reddito oltre la quale non viene attribuito il bonus Renzi.
Anche dopo la riunione di ieri, tra i sindacati resta il timore che il governo voglia limitarsi a salvare gli 80 euro, conteggiandoli nell'aumento. «Gli 85 euro medi mensili rappresentano solo l'aumento contrattuale, non siamo disponibili ad altre soluzioni» come lo stanziamento per salvare il bonus fiscale di 80 euro, ha protestato il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo. Servono «risorse aggiuntive» rispetto a quelle stanziate, aggiunge il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli. L'Aran (l'Angezia del governo che cura le relazioni industriali per lo stato) assicura che le risorse saranno trovate, anche perché la cifra è bassa.
Il dubbio è che servano più degli 1,9 miliardi messi a bilancio per il 2017. La cifra già impegnata per il 2018 è di 2,6 miliardi. Un onere importante per una sessione di bilancio che si annuncia difficile. Tante le aspettative, pochi gli spazi di manovra.
Tra le buone notizie, da mettere in conto la ripresa della fiducia registrata ieri dall'Istat. Ad agosto l'istituto di statistica ha registrato un aumento sia per le famiglie sia per le imprese.
Se per i consumatori i 110,8 punti raggiunti, dai 106,9 di luglio, indicano un rafforzamento dei segnali di miglioramento già emersi nei mesi precedenti, per le aziende l'approdo a quota 107 segna addirittura un riallineamento con i valori medi del 2007, quelli cioè dell'ultimo anno prima della crisi.
Dati «molto positivi» che «incoraggiano a proseguire strada intrapresa e a rendere strutturale la ripresa», ha commentato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Confcommercio parla di un «segnale importante che sembra rafforzare i dati sulla ripresa che erano già emersi nei giorni scorsi dal lato della produzione industriale e del Pil».
I commercianti mettono comunque in guardia rispetto al fatto che gli «andamenti più recenti non debbono indurre a facili entusiasmi in quanto siamo ancora lontani da quel 2% di crescita che permetterebbe un significativo riassorbimento della disoccupazione ed una riduzione dell'area della povertà assoluta».
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