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Lo Stato fa cassa pure col fumo

Pronto il decreto del Tesoro per ritoccare il prezzo delle sigarette

Lo Stato fa cassa pure col fumo

Camilla ContiMentre scatta il giro di vite sul fumo con le nuove regole anti-tabacco, il governo Renzi punta ad aumentare di nuovo il prezzo delle sigarette.Ieri è stato emanato un provvedimento previsto da tempo, visto che ai sensi del decreto legislativo 188 del 2014 l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli deve rivedere ogni anno il prezzo medio ponderato (Wap) del tabacco sulla base dell'andamento delle vendite di sigarette nell'anno solare precedente.

L'accisa è la percentuale sul prezzo medio ponderato: più scende questo più sarà bassa l'accisa e viceversa. Ebbene, nel 2015 questo prezzo è stato di 229 euro al chilo (di tabacco) mentre quello nuovo deciso ieri è di 233 euro. Con l'ultimo aggiornamento dell'Agenzia, aumenta quindi in automatico, se pur di poco, il prezzo delle bionde. Anche di quelle elettroniche (+10 centesimi per 10 ml). Il problema è che con un semplice decreto del ministero dell'Economia e su proposta del direttore dell'Agenzia, nonché «tenuto conto dell'andamento dei consumi e del livello dei prezzi di vendita, anche al fine di assicurare la realizzazione del maggior gettito complessivo netto derivante dal presente decreto», possono essere variate anche altre componenti della tassazione. Le Camere non hanno alcun potere di veto, visto che possono fare solo «monitoraggio».

Il Tesoro avrebbe, dunque, mano libera nell'aumentare le tasse sulle sigarette senza via libera legislativo. E a quanto risulta al Giornale, l'Agenzia dei monopoli avrebbe già nel cassetto la bozza di decreto ministeriale per la modifica dell'accisa con un conseguente aumento. Con quale motivazione? Alzando il prezzo delle sigarette meno costose si scoraggerebbe l'uso delle sigarette.I più critici fanno però notare che le entrate da accise sono andate molto bene (con l'esclusione delle sigarette elettroniche, che hanno incassato molto meno del previsto a causa del mercato volato all'estero per la maxi tassa), e quindi non ci sarebbe alcuna ragione per ritoccare le accise aumentando il prezzo finale di alcune.

«Ma come noto, Philip Morris da due anni cerca un aumento dell'accisa minima che di fatto spinga le sigarette a basso prezzo verso l'alto dove si posiziona Marlboro», commentano maliziosamente in ambienti del ministero dell'Economia aggiungendo che in questo modo verrebbe favorito anche il contrabbando.

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