Con la stessa pelle, scelta di buonsenso

«Assolutamente no», ha dichiarato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rispondendo alla domanda se il decreto sulla fecondazione eterologa prevederà la possibilità di escludere che una coppia di bianchi possa avere un figlio nero. «Questa, a casa mia - ha concluso - si chiama (...)

(...) discriminazione razziale». Invece a casa mia, gentile ministro, la sua posizione si chiama difesa qualunquistica dei Sacri Principi a danno degli individui.

Facciamo un esempio terra terra: nelle pagine di cui ho il controllo su internet (blog, Facebook ecc.) capita spesso – a me come a tutti – che qualcuno voglia scrivere qualsiasi stupidaggine invocando il Sacri Principi della democrazia e della libertà di espressione. No, caro: tu non hai diritto di scrivere la prima idiozia che ti viene in mente sotto la mia faccia o sopra la mia firma; se vuoi farlo, fallo altrove, dove te lo si lascia fare. E tutto ciò non ha niente a che vedere né con la democrazia né con la libertà di espressione.

Quello del razzismo, poi, è uno dei concetti più usati e abusati a sproposito. Mi è successo, altro esempio, di essere accusato di razzismo perché avevo detto che nelle regioni del sud (da me difese per ben più importanti questioni) si ama fare pasti lunghi seguiti da sonnellino. «Razzista!» «Che c'entra il razzismo? È una questione di antropologia culturale. Se preferisce, di abitudini e tradizioni». «Razzista!!» «Ma io non voglio criticare le prassi altrui, né tantomeno cambiarle. Ne prendo atto e ne parlo». «Razzista!!!».

Allo stesso modo, se due coniugi dalla pelle bianca e dagli occhi a palla non vogliono un figlio dalla pelle deliziosamente scura o dagli occhi a mandorla, il razzismo non c'entra: se costretti all'adozione, probabilmente avrebbero adottato volentieri chiunque. Se la legge consente la fecondazione eterologa, invece, è un loro legittimo desiderio volersi riconoscere il più possibile in quel bambino, e hanno tutto il diritto di mentire sostenendo che è proprio loro, senza venire costretti in condizioni di disagio. Ma mettiamo da parte questo argomento, in risposta al quale si otterrebbe soltanto una sfilza di Sacri Principi: Uguaglianza, Fraternità, Internazionalismo, Amore Universale, Diritti dell'Uomo e tutti gli altri che vi vengono in mente.

Parliamo invece dell'aspetto di gran lunga più importante, ovvero il bene del bambino. Ogni infante desidera fortissimamente non sentirsi diverso dagli altri. La sua ovvia aspirazione è sentirsi identico al branco dei suoi simili, perché questo facilita la sua socializzazione e la sua crescita. Perché rendergli più difficile la vita sociale e affettiva? I genitori, inoltre, potrebbero fare la ragionevole scelta di dire al bambino che è nato come tutti gli altri. Mentre dovrebbero spiegare a un figlio – nero o con gli occhi a mandorla – che è nato da un procedimento tecnico-scientifico, che non è del tutto figlio loro, insomma che è diverso, diversissimo, persino da loro.

Bene, diranno i difensori a priori del Sacri Principi, così si combatte fin dall'infanzia il razzismo, si favorisce l'accettazione del diverso, la comprensione fra le razze. Sì, ma lo farete attraverso la sofferenza di un bambino e di una famiglia, o feroci paladini dell'Abs (Astratto Bene Supremo).

I Sacri Principi, se non sono ben ragionati e adattati al benessere dell'individuo, si riducono a essere un piccolo e triste «politicamente corretto» che finisce per danneggiare proprio chi vorrebbe proteggere. È questo il caso, ministro Lorenzin. Se non è, peggio, un sotterfugio per scoraggiare la fecondazione eterologa.

Voglio credere che il Parlamento non cadrà in questa trappola, e che terrà presente un altro Sacro Principio, che seguendo la sua decisione sarebbe davvero violato: quello alla privacy, il diritto di non far sapere agli altri i più intimi dei fatti propri.

@GBGuerri

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