Cronache

Strade aperte e autorizzazioni. La sicurezza nel mirino dei pm

Sentiti gli organizzatori della gara. Il questore non era stato informato. Il sindaco di Pienza: "Non ne sapevamo nulla"

Strade aperte e autorizzazioni. La sicurezza nel mirino dei pm

Le intenzioni erano buone, ed è sempre spiacevole per non dire imbarazzante, parlare di questioni per così dire burocratiche all'indomani di in incidente spaventoso, che ha come protagonista uno dei simboli più belli dello sport, non solo paralimpico: Alex Zanardi.

Alex lotta per l'ennesima volta, ancora una volta, in un letto di ospedale, mentre le autorità competenti non hanno potuto far altro che aprire un fascicolo oltre che le indagini per verificare se in questa scorribanda ciclistica a fin di bene, ci siano state delle falle organizzative.

Alcuni degli organizzatori di «Obiettivo Tre», il tour che doveva concludersi fra otto giorni in Puglia dopo aver attraversato parte dell'Italia per «sostenere e avviare allo sport paralimpico quante più persone disabili possibile», sono stati sentiti dal sostituto procuratore Serena Menicucci e dai carabinieri all'interno della caserma senese a due passi dall'ospedale in cui Alex Zanardi è ricoverato (reparto di terapia intensiva, il campione è in coma farmacologico).

Le indagini sull'incidente stradale si stanno concentrando, oltre che sulla dinamica, anche e soprattutto sulle modalità di svolgimento della manifestazione. I carabinieri della compagnia di Montepulciano (Siena), coordinati dalla procura senese, stanno verificando se la corsa con l'handbike, su cui viaggiava lo stesso Zanardi, si sia svolta in idonee condizioni di sicurezza.

Secondo quanto ricostruito, una decina di atleti stava percorrendo la Strada provinciale 146, in Val d'Orcia, scortati da una macchina della polizia municipale di Pienza (Siena), per poi raggiungere San Quirico d'Orcia (Siena), dove Zanardi avrebbe dovuto incontrare il sindaco.

I carabinieri dovranno accertare se fosse stata predisposta un'ordinanza con eventuali limitazioni al traffico per garantire la sicurezza della manifestazione. A quanto ci risulta, la questura di Siena non sarebbe stata informata di nulla. L'autista del camion contro cui si è scontrato il campione bolognese, è stato invece iscritto nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di lesioni gravissime da incidente stradale. Il capo della procura di Siena, Salvatore Vitiello, ha spiegato però che si tratta di «un atto dovuto», anche se la responsabilità del conducente del mezzo pesante, risultato negativo ai test per alcol e droga, sembrerebbe esclusa. «Me lo è trovato quasi di fronte all'uscita della curva - ha fatto sapere attraverso il suo legale - se non avessi sterzato sarebbe stato un frontale devastante».

«Non abbiamo mai ricevuto comunicazione ufficiale di eventi o manifestazioni sportive sul nostro territorio ha spiegato invece a Radio Siena tv, il sindaco di Pienza Manolo Garosi -. Ci era stato comunicato solo via facebook che si sarebbe tenuto un saluto istituzionale in piazza, ma poi ci hanno anche successivamente comunicato, sempre tramite facebook, l'annullamento di questo momento per motivi di ritardo sulla tabella di marcia della manifestazione».

Le persone che erano venerdì al seguito del tour sono state sentite come testimoni dell'incidente e con gli organizzatori chi indaga ha cercato di approfondire gli aspetti tecnici della manifestazione. «Non era una gara, ma soltanto un allenamento - hanno spiegato i partecipanti -. Si chiamava staffetta tricolore per questo non servivano transenne o traffico chiuso».

Solo qualche giorno fa la Federazione Ciclistica Italiana ha vietato ad un team di terza divisione (VC Friuli) di partecipare ad una kermesse in Slovenia, perché la pratica ciclistica è bloccata fino al 31 giugno.

Resta quindi da capire chi ha autorizzato questa manifestazione, seppur a fin di bene, a traffico aperto e durante la settimana.

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