Come se non fosse abbastanza brutta e idiota («la più stupida guerra del XXI secolo», citando Alexey Navalny), sulla guerra in Ucraina piomba l'ulteriore orrore delle bombe a grappolo. Ordigni che per la loro natura sono considerate aberranti: l'ordigno principale, sganciato dall'aereo, esplode in aria, rilasciando decine di ordigni minori che si sparpagliano nell'aria, moltiplicando la devastazione, la morte e la casualità. Ieri delle bombe di questo tipo sganciate dagli ucraini hanno colpito un gruppo di giornalisti del centro informazioni Izvestia e dell'agenzia di stampa Ria Novosti a Zaporizhzhia, provocando la morte del corrispondente di guerra russo Rostislav Zhuravlev, ferito a morte «dall'esplosione delle munizioni a grappolo», così come riferito dal ministero della Difesa russo, secondo cui altri tre giornalisti sarebbero rimasti feriti nell'assalto. Più tardi nella città di Druzhkovka, nel distretto di Kramatorsk nel Donetsk, a 23 chilometri dalla linea del fronte, è toccato a un fotografo che lavora per il giornale tedesco Deutsche Welle, Eugene Shilko, a restare ferito in un attacco stavolta russo con bombe a grappolo. Nell'attacco un ufficiale ucraino sarebbe stato ucciso, mentre diversi altri sarebbero rimasti gravemente feriti.
Torniamo al primo episodio. I giornalisti russi viaggiavano su un'auto civile partita dalla città di Vasilyevka, nella regione di Zaporizhzhia, e diretta al villaggio di Vladimirovka, che è stata colpita dall'artiglieria ucraina attorno a mezzogiorno di ieri nei pressi della località di Pyatikhatki. La notizia è stata confermata dalla stessa agenzia, che ha anche riferito del ferimento del suo fotoreporter Konstantin Mikhalchevsky. Gli altri feriti sono il corrispondente di Izvestia Roman Polshakov e il cameraman di Izvestia Dmitry Shikov, che non sarebbero in pericolo di vita. «Lo stato di salute degli altri giornalisti è moderato, stabile, non c'è pericolo di vita, vengono loro fornite tutte le cure mediche necessarie», riferisce il ministero della Difesa russo. Un «crimine premeditato», secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che annuncia vendetta e promette punizioni verso «i responsabili del brutale massacro» e contro chi «ha fornito munizioni a grappolo a Kiev», ovvero gli Stati Uniti. Anche Vladimir Dzhabarov, primo vicepresidente del Comitato internazionale del consiglio della Federazione, accusa esplicitamente gli Stati Uniti come «direttamente responsabili» dell'uccisione del reporter. Dmitry Kiselyov, direttore generale dell'agenzia di stampa Rossiya Segodnya, ha raccontato che Zhuravlev sarà sepolto nella città natale di Ekaterinburg, secondo i desideri della madre. Kiselyov ha descritto il corrispondente militare deceduto come un professionista esperto che si era recato tra i primi nelle zone più pericolose del fronte lavorando a «servizi accurati e importanti». Paradosso vuole che i quattro reporter stessero lavorando proprio a servizi sul bombardamento degli insediamenti della regione di Zaporizhzhia da parte delle forze ucraine con munizioni a grappolo, proprio quelle che li hanno colpiti nel corso dell'evacuazione. Bombe a grappolo sarebbero state usate anche in un attacco contro il villaggio di Zhuralevka, nella regione russa di Belgorod. Lo riferisce il governatore della regione Vyacheslav Gladkov, che parla di «21 proiettili di artiglieria e tre bombe a grappolo sparati dagli ucraini contro contro il villaggio di Zhuravlevka. In totale, la regione è stata colpita più di 100 volte».
Le bombe a grappolo sono state messe al bando da una convenzione entrata in vigore nel 2010 e alla quale adersice anche l'Italia, ma non Russia,
Ucraina, Stati Uniti e Cina. Tra i fattori che fanno di questi ordigni armi considerate disumane, il fatto che spesso non esplodano una volta toccato il suolo, ciò che trasforma il terreno circostante un vero campo minato.
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