Colpevole. L'ex carabiniere Marco Camuffo, 48 anni, è stato condannato dal tribunale di Firenze a 4 anni e 8 mesi in rito abbreviato per la violenza sessuale compiuta ai danni di una studentessa americana di 21 anni, mentre il collega Pietro Costa, 33 anni, che ha scelto il rito ordinario, è stato rinviato a giudizio dal giudice del tribunale di Firenze, Fabio Frangini. I due erano in pattuglia insieme la notte tra il 6 e il 7 settembre quando sono intervenuti per sedare una lite scoppiata nella discoteca Flo, in piazzale Michelangelo. Qui hanno conosciuto le due amiche americane, arrivate da poco in Italia per seguire un corso di studi.
A tutti e due l'accusa contesta l'aggravante di aver agito abusando della qualità di carabiniere in servizio e di aver violato gli ordini impartiti dai superiori. Le ragazze, infatti, salirono «illegittimamente» a bordo della Fiat Bravo del 112, perché i due militari non avevano ricevuto alcuna autorizzazione dalla centrale operativa, per riaccompagnarle nella casa che avevano in affitto. E qui, invece di congedarsi, si sono appartati con loro nell'androne e, a detta delle americane, hanno usato violenza.
Camuffo, difeso dagli avvocati Cristina Menichetti e Filippo Viggiano, aveva chiesto subito di essere giudicato in rito abbreviato, che prevede automaticamente lo sconto di un terzo della pena. La pm Ornella Galeotti aveva chiesto 5 anni e 8 mesi per violenza sessuale aggravata dal fatto che la ventunenne aveva bevuto al punto da non essere in grado di opporsi e di aver agito con violenza. Il collega, invece, che ha approfittato di una 19enne, aveva scelto il rito ordinario, difeso dagli avvocati Andrea Gallori e Giorgio Carta, e ieri è stato rinviato a giudizio con le identiche accuse. Dovrà comparire in aula il 10 maggio per l'inizio del processo.
Da parte sua anche ieri Camuffo ha rilasciato una dichiarazione spontanea spigando che non era stata sua, ma del collega, la decisione di accompagnare a casa le giovani con l'auto di servizio, aggiungendo che la ragazza con cui poi ebbe il rapporto sessuale sulle scale del palazzo non aveva rifiutato i suoi approcci. Lei, al contrario, aveva spiegato sin dal primo momento che era spaventata, considerato che l'uomo aveva la pistola.
«Leggeremo le motivazioni fra 90 giorni - ha detto l'avvocato Viggiano -. E di sicuro faremo appello. L'accusa ha puntato su una violenza in senso proprio, ma ritengo che questi elementi non ci siano». Di certo alla rilevazione effettuata alle 6.
51 del mattino del 7 settembre entrambe le americane erano risultate in stato di ebbrezza alcolica: una aveva 1.68 grammi di alcol per litro e l'altra 1.59. Secondo il capo d'imputazione, notificato a conclusione delle indagini, i due carabinieri avrebbero quindi violentato le due agendo in modo «repentino e inaspettato».
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