Negli ultimi 5 anni la tassazione immobiliare ha impoverito gli italiani con una perdita di valore stimabile fino a quasi duemila miliardi. È da qui che bisogna partire per invertire una tendenza pericolosa, già ampiamente in atto. Un circolo vizioso elementare, innescato da una tassazione della ricchezza immobiliare che, dal 2011, è diventata sproporzionata. Cosicché, da quel punto di non ritorno in poi, «più si tassa, meno si cresce, meno si incassa e più si rafforza la necessità di tassare», come ha ricordato recentemente Paolo Savona. L'economista secondo il quale «per raccogliere 24 miliardi di tasse sugli immobili è stata causata una perdita di valore stimabile tra il 20 e il 30%, ossia tra mille e duemila miliardi (dalle 40 alle 80 volte il gettito ottenuto)».
A questo punto serve un segnale. Uno stop. Per Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, «la settimana che inizia oggi (con il rush finale del provvedimento Sblocca Italia e il successivo avvio della Legge di Stabilità, ndr ) è decisiva per il nostro futuro. Gli incentivi fiscali previsti vanno tutti bene. Ma ciò che manca è la fiducia, che è un fatto psicologico, non tecnico: bisogna mettere al centro di una nuova strategia la fiducia che gli italiani hanno sempre avuto nel risparmio investito nel mattone».
Il punto non è solo quello delle generiche troppe tasse sul mattone. Come se queste togliessero dalla tasche degli italiani un «di più» che serve allo Stato altrove, risultando essenzialmente neutrali. Il punto è che è la distruzione che ne è derivata della ricchezza immobiliare, uno dei carburanti essenziali per il motore della crescita. E in queste condizioni il risparmio cessa di indirizzarsi verso il settore immobiliare, perché se i tributi sulla proprietà immobiliare eccedono i redditi (effettivi e non presunti) che questa produce, il risparmio se ne va razionalmente altrove.
«Ho raccontato a vari parlamentari e ministri - dice ancora Sforza Fogliani - di un immobile di Cortina che so essere stato comprato nel 2008 a 1,8 milioni e venduto adesso a 700mila euro. Ebbene, cerco di spiegare loro che non si tratta di un fatto privato. Bensì di un impoverimento assoluto, che riguarda tutti i proprietari di case. Cioè circa il 70% degli italiani. E ho citato Cortina proprio in funzione del fatto che si ritiene che i valori delle case siano caduti nelle fasce medio basse, nelle periferie, in situazioni disagiate e non nelle zone pregiate. Ma non è così».
Si pensi che recenti rilevazioni di prezzi immobiliari certi, come quelli che si formano nelle aste giudiziarie, registrano la formazione di valori pari a un quinto di quelli stimati dall'Omi, l'osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate. In altri termini, i riferimenti di valore utilizzati dallo Stato arrivano a essere sopravvalutati dell'80%. Il che la dice lunga sulla visione distorta che lo Stato può avere sulla ricchezza reale delle famiglie. Fatta a pezzi proprio quando servirebbe pescare di qui per far ripartire consumi, investimenti, attività economica.
Ecco perché Sforza Fogliani si affida allo Sblocca italia: «L'ho detto a diversi esponenti di governo, bisogna inviare un segnale per ridare fiducia agli italiani. Romano Prodi aveva aumentato le rendite catastali del 5%, Mario Monti del 60%. Ora servirebbe una diminuzione nell'ordine del 5%, simbolica ma di un certo impatto. Sarebbe l'unico modo per ridare fiducia a un settore economico che ne trascina altri 18». Per il presidente di Confedilizia è questo lo strumento da utilizzare per invertire la tendenza.
«Calcolo che possa costare tra i 700 milioni e un miliardo, ma sarebbe un'innovazione di una forza eccezionale. Potrebbe convincere gli italiani che sta iniziando una marcia indietro rispetto a un trend che li ha impoveriti di 2mila miliardi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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