Da 48 ore l'«Astral» è un veliero-fantasma, armato dalle ong Proactiva Open Arms, in precarie condizioni igieniche e anche con bambini molto piccoli, ancora non ha trovato un porto dove attraccare. Nessuno vuole accoglierlo.
A bordo 105 profughi fuggiti dalla Libia su un gommone e raccolti dal veliero specializzato in «soccorso profughi in difficoltà nel Mediterraneo». È in corso un braccio di ferro che coinvolge la ong stessa e la guardia costiera libica, con addentellati che coinvolgono le autorità italiane e quelle inglesi (sotto la cui bandiera naviga l'Astral, che sostituisce la nave Proactiva già sequestrata dalla procura di Catania).
Secondo Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, imbarcato sul veliero, sabato una motovedetta libica si era avvicinata all'Astral chiedendo se c'erano migranti a bordo e intimando di andarsene perché «questo è un lavoro che dobbiamo fare noì». Domenica la nave di Open Arms ha salvato 105 persone, tra cui 6 donne e 6 bambini (il più piccolo di due anni), a bordo di un gommone sgonfio e senza motore a 12 miglia dalla costa africana.
Dopodiché la guardia costiera libica ha rivendicato il suo «diritto di intervento» e i militari italiani - sulla base degli accordi stretti l'anno scorso dal nostro governo - hanno comunicato al veliero che la gestione dei migranti spetta alle autorità libiche o a quelle di bandiera, cioè britanniche.
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