
Taipei Fei-Fan Lin è il giovane e sveglio numero due del Consiglio di sicurezza nazionale di Taiwan, che la Cina vuole riportare sotto il suo controllo ad ogni costo. Dal 1949 l'isola si governa da sola ed è diventata una democrazia che non vuole piegarsi ai voleri della superpotenza comunista. L'incontro al palazzo presidenziale di Taipei, per un'intervista al Giornale, è avvenuto il giorno della parata militare di Xi Jinping, vestito con la casacca grigia di Mao, davanti all’esercito con le nuove armi che potrebbero venire usate contro Taiwan.
Cosa pensa della parata in grande stile nella capitale cinese?
"Che si tratti di parate o di esercitazioni militari, Pechino ha messo in chiaro le sue ambizioni, che vanno ben oltre l'ossessione per Taiwan. Vogliono dominare l'Indo-Pacifico ribaltando lo status quo dell'ordine internazionale. La parata è un chiaro segnale: mostrare i muscoli alle democrazie occidentali".
Nella sfilata c'erano anche nuove armi. Serviranno per piegare Taiwan?
"È stato uno show militare, però dobbiamo fare molta attenzione al livello di preparazione e armamenti. Non hanno ancora deciso quando usare la forza, ma l'annessione di Taiwan è il loro obiettivo".
Quali sono le minacce concrete della Cina nei confronti di Taiwan?
"Ci troviamo di fronte ogni giorno a un possibile scenario Zero day (l'inizio dell'invasione, nda). Siamo già sotto attacco silenzioso con sabotaggi, violazioni della Zona di identificazione di difesa aerea, guerra informatica, campagne di disinformazione, infiltrazioni. Alcuni numeri rendono l'idea: 2 milioni di attacchi cyber al giorno. La maggioranza è composta da tentativi respinti, ma alcuni sono molto gravi. Ogni anno dal 2022 i cavi sottomarini per le telecomunicazioni sono stati sabotati 7-8 volte. Nel 2025 abbiamo già registrato sei attacchi del genere e siamo appena a settembre. Solo in agosto abbiamo avuto quasi 500 intrusioni di velivoli militari cinesi".
Lo sbarco cinese è un pericolo reale e imminente?
"Forse cercheranno di conquistarci con altri sistemi, ma dobbiamo essere pronti ad affrontare qualsiasi minaccia. Per questo ci stiamo preparando militarmente a difendere Taiwan in diversi scenari, dal blocco navale all'invasione".
Cosa vi aspettate dall'Occidente?
"La maggioranza dei taiwanesi ha la volontà e la determinazione di resistere. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, l'80% della popolazione è decisa a difendere il paese. L'appoggio internazionale, come l'aiuto europeo a Kiev, rimane un elemento fondamentale per mantenere fiducia e resilienza della gente di Taiwan".
Come pensate di difendere l'isola?
"Da una parte la difesa classica sviluppando i rapporti con partner e alleati. Abbiamo molti impegni diretti con gli americani, ma dall'altra puntiamo a un maggiore approccio asimmetrico, che fa parte del modo di combattere più moderno attraverso i droni e sistemi d'arma guidati a distanza. Dobbiamo garantire una produzione domestica sfruttando le nostre specialità di alta qualità come i semiconduttori".
Cosa vorrebbe dire agli italiani, che non conoscono Taiwan, isola lontanissima dal nostro paese?
"L'Europa e l'Indo-Pacifico sono legati più di quello che si pensa, perché le due aree affrontano le stesse minacce che arrivano dalla Russia e dalla Cina. Se ci sono tracce dell'appoggio cinese ai russi per l'Ucraina da noi partecipano assieme a grandi manovre militari.
La minaccia a Taiwan riguarda tutti i paesi democratici e liberi come l'Italia. Se siamo consapevoli del pericolo dell'invasione del 2022 dovremmo avere la stessa consapevolezza se la Cina cambiasse con la forza lo status quo nell'Indo-Pacifico".