A Bruxelles Antonio Tajani lavora per allargare il centro europeista di Forza Italia e del Ppe, stringendo nuove alleanze, dopo l'Udc, Nci, Svp. Il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia partecipa al seminario internazionale del Movimento Cristiano lavoratori e dice: «Il contributo del vostro movimento, da sempre impegnato a combattere i problemi del lavoro nell'ottica dell'inclusione sociale, rappresenta un sostegno fondamentale all'area popolare. Credo che questa condivisione d'intenti possa costruire un'alternativa credibile al governo gialloverde in Italia e aggregare in Europa gli elettori su posizioni diverse da Lega e Fdi». Mcl non si è mai schierato così apertamente, ma la preoccupazione per un momento storico di scontro, aumento delle diseguaglianze e perdita dei valori, stavolta determina un endorsement netto verso il Ppe e l'unico partito che lo rappresenta nel nostro Paese, Fi. Il motto è: stare dentro l'Ue per cambiarla.
Carlo Costalli, presidente di Mcl, spiega che l'obiettivo è «rafforzare il centro del centrodestra, quello moderato, che contrasta l'ondata dell'antipolitica, populismi e sovranisti nati dalla rabbia sociale». Con questa posizione dice che in campagna elettorale mobiliterà i suoi 320mila iscritti, i 150 amministratori locali eletti in liste civiche, gli oltre 1.500 tra circoli, Caf e patronati in tutt'Italia. E anche la rete di associazioni collegate al movimento in Belgio, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Polonia, Austria, Olanda, Bulgaria e Grecia. Ma Costalli dice anche che l'appoggio è condizionato e dopo il voto del 26 maggio starà a vedere che tipo di peso i popolari e gli azzurri avranno nel Parlamento europeo, con quali alleanze e soprattutto per fare che cosa. Del governo Conte, Costalli sottolinea che il consenso popolare di cui gode è accompagnato dalla totale «disistima» di tutti gli esperti socio-economici e bisogna cambiare.
La proposta del Mcl è nel manifesto presentato all'ultimo congresso, a partire dal recupero della coesione sociale, dall'ispirazione alla dottrina sociale della Chiesa alla difesa della famiglia, dall'impegno per il Sud al sostegno ai giovani. A Bruxelles il movimento vorrà vedere delle concrete risposte al suo appello. Si fida di Tajani, di pochi eurodeputati che è pronto a sostenere, come Lorenzo Cesa, Massimiliano Salini e Giovanni La Via, intervenuti al seminario, insieme ai leader delle associazioni omologhe a Mcl, da Eza a Efal, a Solidarnosc.
Per Cesa, c'è «una logica distruttiva» dietro il tentativo di Salvini di unire le forze populiste e antieuropeiste, «anche i filonaziste», peraltro «inutile perché saranno marginali e si confermerà una maggioranza europeista». Salini attacca Salvini quando dice: «Non dobbiamo inseguire chi oggi ha consenso ma recuperare la nostra identità. Avremo meno parlamentari nel Ppe, ma saremo ancora il primo partito».
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