Milano - All'opposizione, ma non degli elettori che hanno votato azzurro. «Forza Italia voterà i punti che erano parte del programma del centrodestra» dice Antonio Tajani. Poi il presidente del Parlamento europeo scaglia il tema sul quale non esiste trattativa: «Il reddito di cittadinanza non fa parte della politica per la crescita ma della politica per la decrescita, è nei programmi dei cinquestelle che sono per noi inaccettabili». Accade al Teatro Strehler di Milano, a margine dell'assemblea di Federchimica dal titolo parlante «Europa: un orizzonte, non un confine». Sullo stesso tema Emma Marcegaglia, qui in veste di presidente di BusinessEurope, le Confindustrie europee, azzarda: «L'importante è che questo reddito di cittadinanza non disincentivi le persone a trovare un lavoro».
Tajani cerca di non considerare definitiva la spaccatura tra Forza Italia, e la Lega, anche se il no azzurro alla fiducia resta scontato. «Il centrodestra ha avuto posizioni diverse anche in passato, ricordiamo quel che è avvenuto con il governo Letta». E cioè le «larghe intese» guidate da Enrico Letta dall'aprile 2013, che segnarono prima una frattura tra Pdl e Lega e poi la rinascita di Forza Italia e dell'alleanza con il Carroccio.
Lo spirito dell'opposizione aperta ai «sì» è rimanere fedeli «all'impegno con chi ci ha votato, per difendere sempre i diritti degli elettori. Continuiamo a credere fermamente nel centrodestra. Speriamo che ci continuino a credere anche gli altri».
Come presidente dell'Europarlamento, però, Tajani si trova nella posizione di dover ricordare al nuovo governo di rispettare impegni che non sempre in passato sono stati prioritari e cioè essere presenti in Europa, in modo continuativo e nei momenti che contano. C'è un caso bollente, il consiglio Giustizia e Affari Interni, che si occupa anche dello spinoso tema dei migranti, convocato per ieri e oggi a Lussemburgo: «Mi auguro che i ministri del nuovo governo siano presenti per fare ascoltare la voce autorevole e importante dell'Italia, perché non basta farla ascoltare su giornali e tv italiane ma occorre che la ascoltino anche negli altri Paesi, essendo sempre presenti nelle istituzioni europee, 365 giorni l'anno». Oggi non sarà così. Un appello al futuro: «Mi auguro ci sia un'inversione di marcia, con un governo sempre presente dove si decide il destino dell'Europa e sono tutelati gli interessi nazionali».
Perché se «aprire un confronto con l'Europa è doveroso, essere credibili, convincenti ogni giorno è fondamentale». Ancora Marcegaglia: «Serve un'Italia preparata, con dossier, dentro le riunioni e non fuori, a sbattere anche i pugni». Insomma, è l'ora dei fatti e non più delle parole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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