Roma - Sembrava fatta, ma anche alla decima votazione per la Consulta è fumata nera. Ci si riprova oggi alle 18 e il ticket resta. Si insiste sui due candidati che ieri non hanno raggiunto il quorum: Luciano Violante per il Pd si è fermato a 530 dei 570 voti necessari, solo uno più di Donato Bruno. E Felice Besostri conta 125 voti del M5S.
Per il Csm alla settima seduta vengono eletti 3 dei 5 laici necessari: Elisabetta Alberti Casellati (489 voti), Teresa Bene e Renato Balduzzi, che hanno superato il quorum previsto di 482 voti.
Votano dalle 15, per oltre 4 ore e sono in 802, ben 618 della maggioranza, ma ci sono 150 assenti. Fino alla fine tutto fa pensare che si possa rompere l' impasse che va avanti da due mesi, malgrado gli appelli di Quirinale e presidenti delle Camere.
In mattinata sono arrivati sul cellulare dei parlamentari gli sms che confermano l'accordo. Agli azzurri i vertici di Arcore indicano Bruno per la Consulta e Casellati e Vitali per il Csm. Ai Pd si chiede di votare Violante per la Consulta, Bene e Balduzzi (Sc) per Palazzo de' Marescialli, oltre ai nomi di Fi.
In Transatlantico lo stesso Bruno racconta: «Il presidente Berlusconi mi ha chiamato per riferirmi che, dopo una serie di considerazioni, Fi ha trovato una convergenza attorno al mio nome». Altri sms e anche telefonate sui cellulari hanno allertato Dem e azzurri perché siano presenti alla seduta delle Camere e non allunghino il weekend, mettendo a rischio il quorum. Si temono anche i franchi tiratori. Ma sono assenti 13 Dem, 19 azzurri, 11 leghisti, 13 di Ncd, 3 di Gal, 6 di FdI, 23 grillini.
«Voteremo i candidati sui quali è possibile costruire un'ampia convergenza», assicura nel pomeriggio il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, delegato in questi giorni alle difficili trattative con Fi. È ottimista: «Mi pare che il profilo dei candidati risponda ai requisiti, credo che ci siano le condizioni». Nel suo partito calcolano di avere circa 400 voti. Se anche Fi sarà unita, non ci saranno problemi. Il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta non sembra preoccupato. «Sta andando benino», commenta dopo le 17. Invece, la compattezza non c'è. Però, i cavalli non si cambiano e oggi ci si riprova. «Il patto tiene - dice Guerini-. Abbiamo fatto un passo avanti». E Brunetta fa eco: «Sono candidati che hanno preso tanti voti».
A Montecitorio, anche stavolta i grillini rifiutano ogni accordo e molti disertano le urne. Il vicepresidente M5S della Camera Luigi Di Maio ripete che Vitali è «impresentabile», perché imputato in due procedimenti penali e gli «onesti» non lo voteranno.
Un atteggiamento che rischia di impedire l'elezione del candidato grillino tra i 5 laici del Csm. Quanto alla Lega, sembra assicurato l'appoggio all'azzurra Casellati, ma vacilla quello per Vitali. Qualche divisione anche tra i centristi, sull'appoggio a Balduzzi (Sc). Per Guerini, oggi «si risolverà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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