Politica

Mare Jonio (sotto inchiesta) è pronta a salpare

La Ong in mare coi naufraghi due giorni in più del previsto: nessuno fiata

La tedesca Sea Eye "sequestra" 414 immigrati. Mare Jonio (sotto inchiesta) è pronta a salpare

Sicuramente i giudici di Palermo, chiamati a giudicare Matteo Salvini nel processo Open Arms, dove è imputato per il reato di sequestro di persona per aver tenuto alcuni giorni 147 migranti a bordo della nave dei soccorsi, concorderanno sul fatto che anche l'equipaggio di Sea Eye 4 potrebbe essere incorso nello stesso reato. L'imbarcazione della Ong tedesca che chiede aiuto all'Italia appellandosi a condizioni meteo e psicofisiche degli ospiti a bordo, da sei giorni tiene ostaggi gli immigrati prolungando la loro agonia. Il viaggio dei naufraghi sarebbe infatti potuto finire molto prima, invece il personale ha fatto un errore molto grosso, di fatto causando la permanenza sulla nave degli oltre 400 migranti, di cui 150 bambini, di due giorni in più. Sea Eye, in sei diversi eventi, ha caricato 414 persone, con la solita scusa che i barchini stavano affondando. Il 17 maggio l'equipaggio chiede un Pos (porto sicuro) a Malta, che nega l'autorizzazione. Ma l'Italia no, l'Italia - lo sanno le Ong - autorizzerà lo sbarco, da buon Paese trasformato nel centro d'accoglienza d'Europa. Così arrivando da sud, anziché attendere un porto di sbarco, il taxi del mare prende, grazie al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, la via del capoluogo siciliano. Peccato che dal Viminale improvvisamente decidano di concedere il Pos a Pozzallo. Così la nave, visto che la località si trova a sud delle coste siciliane, passa davanti a Palermo dopo aver superato Agrigento e Trapani e poi Messina, Catania e Augusta. Due giorni in più di agonia per i poveri migranti, stremati da sei giorni al freddo, in condizioni psicologiche terribili. E la cosa più grave è che quei 150 bambini, quasi tutti in prossimità della maggiore età, sono anch'essi sequestrati a bordo. Che dirà il tribunale dei minori?

Certamente niente, perché l'Italia è così. Se arriva una nave tedesca si può permettere di circumnavigare la Sicilia. Se ti chiami Matteo Salvini e sei il ministro dell'Interno che vuol difendere i confini nazionali, finisci a processo. Palamara docet.

Lo dimostra anche il comportamento di Mediterranea Saving Humans, che ha 4 indagati tra soci, dipendenti e amministratori della società armatrice della nave Mare Jonio, per cui la Procura di Ragusa ha respinto il ricorso che avrebbe consentito il dissequestro. Luca Casarini e compagni ora sfidano persino i giudici, incuranti delle conseguenze. La nave è in cantiere a Venezia e in un comunicato annunciano: «Ci prepariamo a tornare in mare nonostante il pesantissimo attacco a cui siamo sottoposti. Le inconsistenti accuse, rivolte al nostro equipaggio e ai nostri armatori dalla Procura della Repubblica di Ragusa, hanno provocato il congelamento del progetto di una nuova e più grande nave da soccorso. Perciò abbiamo deciso di affrontare i lavori indispensabili a riprendere le missioni con la Mare Jonio. Il nostro obiettivo è di essere pronti a salpare entro il mese di giugno».

Come detto, non li ferma neanche la legge.

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