Aveva già scalato tutti gli Ottomila della terra. Primo sudcoreano a riuscirci, senza ossigeno, Kim Chang-Ho è stato anche più rapido di tutti gli altri 7 anni, 10 mesi e 6 giorni -, perfino di mostri sacri dell'alpinismo come Jerzy Kukuczka cui servirono, nel tempo di questa storia di record, un mese e 8 giorni in più. Lo stesso Reinhold Messner, primo assoluto nella storia e in ben altri tempi, ha impiegato 16 anni per completare la «collezione». Ora, puntando ai più numerosi Settemila del pianeta Kim, 45 anni, non aveva abbassato l'asticella. Anzi, da solitario scalatore a guida preparata, aveva fatto le cose per bene, scegliendo la meta e i clienti con cura e allestendo un campo base basso, fin da inizio ottobre, per meglio gestire l'acclimatamento.
Ma il destino ha atteso questo Messner sudcoreano in Nepal, a quota 3500 metri, nel massiccio del Dhaulagiri, ai piedi del Gurja che, con i suoi 7193 metri, è il settimo fra i 40 picchi della terra a bucare i Settemila metri. L'Himalayan Times lo ha confermato ieri mattina: c'è anche il forte alpinista sudcoreano, premiato col Piolet d'Or nel 2012, fra le nove vittime di una terribile tempesta di neve che ha innescato alcune valanghe due notti fa, travolgendo alberi, tende e sogni. Il campo base è stato spazzato via: l'elicottero non è ancora riuscito a recuperare nessun corpo dei 5 sudcoreani e dei 4 nepalesi in supporto al team. Ha solo potuto individuarne otto uno è ancora disperso - sparpagliati in uno scenario di morte e ghiaccio. Le operazioni di soccorso sono state lanciate da Wangchu Sherpa di Trekking Camp Nepal, dopo 24 ore di silenzio e senza comunicazioni con Kim. Queste sono settimane clou per l'Himalaya, sia per la corsa ai più blasonati giganti della terra, sia per un alpinismo, commerciale sì, ma ancora d'avventura che volge lo sguardo a cime più «modeste», pochi metri sotto la soglia del cielo, ma altrettanto impegnative e più selvagge. Questa era l'idea di Kim. Nel 2013 aveva lasciato l'Everest come suo 14simo ed ultimo Ottomila ed aveva perso un compagno durante la discesa. In precedenza scalò molto in solitaria, raccontandosi in video come ad un amico immaginario.
Diceva di aver iniziato a scalare, ispirato dalle storie di Alessandro Magno che arrivò in Asia a 32 anni a sfiorare il Pamir. Lui attese la stessa età per cominciare il suo percorso. Troppo breve, proprio come per il grande condottiero greco.
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