Cronache

Il tempo è maestro anche quando sei nonna

Il tempo è maestro anche quando sei nonna

Le chiamano, e non sempre con il rispetto che meritano, case di riposo e il tempo che passa lì dentro sembra essere fermo, prigioniero al massimo dei ricordi, giornate che scorrono pigre, senza fretta, dove non succede mai niente perché ormai tutto quello che doveva succedere è successo.

Invece a volte le case di chi non vive più in casa sono abitate da storie minime ma di grande dolcezza, favole contemporanee che nella realtà virtuale che ci governa sembrano figlie di un altro pianeta. Nella casa di riposo degli Oblati di San Giuseppe, in provincia di Asti, martedì scorso è stato un giorno particolare con una notte prima degli esami che ha fatto tornare bambine tre nonne. Che dopo quasi un secolo di lavoro, di sacrifici di dolori, hanno realizzato il sogno coltivato per tutta una vita di prendere la licenza elementare. Una è Ada che tra due anni soffierà su una torta con cento candeline. É felice con il suo bel diploma tra le mani, ma le manca l'amica del cuore, Teresa, che se ne è andata quattro mesi fa. A La Stampa spiega con un filo di tristezza: «Per tutto l'anno ho studiato con lei, quasi non volevo dare l'esame senza». Invece ce l'ha fatta, anche per lei. Poi c'è Letizia, 99 anni, che per l'emozione non ha dormito tutta la notte e che prima di sostenere l'esame ha cambiato camicia quattro volte. Dice: «Adesso sono come le altre donne del mio paese. Io sono andata a lavorare bambina, dietro alle mucche». La stessa storia di Anna Maria, la più giovane che di anni ne 84 anni. «Mio papà mi ha portata subito nei campi. Vedevo le altre che studiavano. E mi mancava tutto...» Sono state loro a volere finire la scuola. C'è chi ha recuperato una lavagna, chi i gessetti, chi i libri, chi i quaderni. Tra i parenti in visita hanno trovato gli insegnanti, a loro poi si è unita una professoressa in pensione. Materie da studiare: matematica, italiano, storia, geografia.

Ma è una lezione l'entusiasmo con cui parlano della scuola. Dice Ada: «I miei figli sono contenti, ma io l'ho fatto per me. Non aver studiato è un peso che mi sono portato per tutta una vita». Ora ascolta alla radio i programmi di approfondimento. Le ultime statistiche raccontano di quasi quattro studenti su dieci delle medie che non capiscono quello che leggono. Forse dovrebbero rivolgersi alle nonne delle elementari, quelle che vengono dal campo.

Che non è quello del telefonino.

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