Terrore in centro a Taranto: ladro spara a due poliziotti

Si è avvicinato al finestrino dell'auto e ha premuto il grilletto 10 volte. La scena in un video. Arrestato

Terrore in centro a Taranto: ladro spara a due poliziotti

Si avvicina alla volante, esplode dieci colpi contro gli agenti. Solo il vetro antiproiettile evita il peggio. Inutile la fuga: dopo 200 metri il criminale viene bloccato dai «falchi» della squadra mobile. I poliziotti sono ricoverati in ospedale ma non in pericolo di vita. Pantaleo Varallo, 42 anni, ex guardia giurata con precedenti, quando vede la polizia non ci pensa un istante, estrae un'arma semiautomatica e comincia a sparare. Si avvicina alla volante 274 della questura di Taranto sparando i primi colpi contro il parabrezza poi, a pochi centimetri di distanza, la seconda raffica calibro 9x21 sullo sportello lato guida. Spara per uccidere, Varallo. È quanto le immagini di una telecamera di sorveglianza, al vaglio degli inquirenti, raccontano senza ombra di dubbio. Non vuole finire in carcere e per questo è disposto a tutto.

Mattina di terrore in pieno centro a Taranto. Comincia tutto quando l'uomo, giaccone scuro, cappello da baseball e scaldacollo nero, si presenta in un concessionario in viale Magna Grecia. C'è il test drive della Porsche Cayenne, l'addetto alla vendita non può dirgli di no. Varallo vorrebbe uscire in strada, il venditore non si fida. L'idea è quella di fuggire con il Suv. Nasce una discussione, Varallo s'impossessa delle chiavi e se ne va a piedi. Dalla concessionaria parte la chiamata al 112, risponde la sala operativa della questura che lancia l'allarme. Sono le 11,30 di ieri. Passano i minuti, l'uomo cammina verso corso Italia quando la volante lo intercetta. La descrizione corrisponde, i due agenti fanno inversione di marcia e lo seguono per alcuni metri contromano chiedendo di fermarsi per un controllo. Non dice nulla Varallo, torna indietro, estrae la pistola e, braccio teso, spara. Poi scompare dall'obiettivo della telecamera. I poliziotti sono feriti, uno alla mano, l'altro al torace: un proiettile è riuscito a forare la portiera e a colpirlo. Escono tutti e due dall'auto, quello gravemente ferito barcolla e cade a terra. Poi si rialza ma perde molto sangue. Bisogna fare presto. Con la radio il collega chiede aiuto, urla che urge un'ambulanza. In zona, fortunatamente, ci sono i falchi, l'unità speciale della mobile jonica in servizio antirapina. Varallo si allontana di alcune centinaia di metri sotto gli occhi atterriti dei passanti e degli avventori di un bar. Viene bloccato e ammanettato. Addosso ha ancora l'arma e le chiavi del Porsche. Un arresto in flagranza di reato, sottolineano gli inquirenti.

Sul posto si precipitano altre volanti. L'agente resta a terra, sembra in gravi condizioni ma è sempre vigile. I due vengono trasportati in codice rosso al Santissima Annunziata.

«Il proiettile - spiegano i medici - per miracolo non ha colpito organi vitali». In ospedale si precipitano tutti, parenti, colleghi e lo stesso questore di Taranto, Massimo Gambino, per assicurarsi che gli agenti feriti stiano bene. Varallo viene rinchiuso in una cella di sicurezza in attesa dell'interrogatorio di garanzia con le accuse di duplice tentato omicidio e porto d'arma da fuoco. La polizia scientifica referta sull'asfalto una decina di bossoli mentre l'uomo viene sottoposto alla prova stub, l'esame che rivela tracce di polvere da sparo. Presi a verbale diversi testimoni, il concessionario e un automobilista che ha filmato la drammatica scena. Immancabili le reazioni di tutti i sindacati di polizia.

Oltre alla solidarietà, sono in molti a chiedere misure di sicurezza più rigide. «Siamo allo sbando, criminalità fuori controllo e incertezza della pena» dichiara Andrea Cecchini di Italia Celere -.

La violenza contro le forze dell'ordine dilaga, è evidente che abbattere un poliziotto sia uno sport nazionale, tanto non paga mai nessuno». «Questo episodio evidenzia la necessità di avere in dotazione i nuovi giubbetti antiproiettile», spiega Stefano Paoloni del Sap. «È necessario rinforzare gli organici», conclude Domenico Pianese del Coisp.

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