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La toga rossa avverte Salvini: "Quei 4 stranieri vanno espulsi"

Paola Di Nicola, gip al tribunale di Roma, prende quattro casi di stranieri accusati di violenza sessuale e chiede a Salvini di espellerli prima del processo

La toga rossa avverte Salvini: "Quei 4 stranieri vanno espulsi"

"Quei quattro stranieri vanno espulsi". A chiederlo non è Matteo Salvini ma un magistrato progressista come Paola Di Nicola, gip al tribunale di Roma, che il 20 maggio ha scritto "per conoscenza" al capo di gabinetto del ministero dell'Interno, al Questore e al Prefetto affinché prendano in considerazione la possibilità di cacciare dall'Italia quattro delinquenti, che si sono macchiati di abusi sessuali e maltrattamenti sulle donne, "al momento della scadenza" dell'arresto e, quindi prima del processo. Un richiesta non convenzionale che come fa notare Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, dove ha dato la notizia in esclusiva, potrebbe essere sia letta come "un assist" al leader leghista o come "una critica" sul "mancato ricorso alle espulsioni".

Nella lettera inviata al Viminale la Di Nicola, che nel 2014 si era candidata alle primarie per il Consiglio superiore della magistratura nella corrente di sinistra, fa riferimento a casi giudiziari non collegati tra loro. Ad accomunarli sono le inaudite violenze che quattro queste bestie hanno inflitto ad altrettante donne. C'è il caso di un egiziano che prendeva la moglie a frustate perché non questa andasse a lavorare. Una violenza che è andata avanti per anni. Poi c'è il caso di un bengalese che, dopo essere già stato condannato due volte per violenza sessuale, ha provato a stuprarne una terza. E poi c'è il polacco che, dopo una condanna in primo grado per maltrattamenti, si è messo a perseguitare un'altra donna e ora finirà a processo per stalking. La lista del gip si chiude con il caso di un romeno che ha una fedina penale lunga chilometri ed è accusato di aver ripetutamente maltrattato la compagna.

"Si tratta di soggetti pericolosi", avverte la Di Nicola sottolineando che questi delinquenti "hanno già commesso reati nel nostro Paese e per i quali è certa la reiterazione di delitti di violenza di genere alla luce della motivazione delle misure cautelari". "La modalità con la quale hanno esercitato violenza - continua nella lettera - esprime un atteggiamento proprietario e predatorio rispetto al genere femminile che disprezzano, dileggiano, limitano nelle sue minimali forme di libertà, assoggettano, maltrattano, violano perché non ne riconoscono la dignità". Il gip non chiede mai apertamente per quale motivo non è stata ancora chiesta l'espulsione per questi quattro balordi.

Ma lo sottintende scrivendo direttamente al Viminale e chiedendo, appunto, di valutare la possibilità di mandar via dall'Italia gli indagati in modo da "evitare, da parte delle istituzioni italiane, la vittimizzazione secondaria delle persone offese attraverso il rischio di reiterazione dei reati subìti".

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