Toh, al Papa non interessa la democrazia

È stata clamorosa, durante la sua visita cubana, l'assenza di un sia pure velato invito ai fratelli Castro a metter fine alla dittatura e consentire l'avvio di una democrazia nella libertà

Toh, al Papa non interessa la democrazia

Tutti pazzi per Francesco, dicono le cronache. Negli Stati Uniti democratici e repubblicani si stanno contendendo brani del suo discorso ma con discrezione. Papa Francesco appena atterrato a Washington ha detto «good morning» alla folla che lo aspettava nel giardino della Casa Bianca e la folla, come una scolaresca disciplinata ha risposto con un corale «good morning».

Ma è stata clamorosa, durante la sua visita cubana, l'assenza di un sia pure velato invito ai fratelli Castro a metter fine alla dittatura e consentire l'avvio di una democrazia nella libertà. In occasione della visita di papa Bergoglio il governo dell'Avana ha fatto rilasciare un piccolo numero di detenuti politici ma ne ha messi dentro altrettanti, fra cui ventiquattro donne. Sull'argomento il Pontefice ha osservato un religioso silenzio. Prima di atterrare a Cuba aveva annunciato di non voler dare udienza «a nadie», a nessuno, e di aver anzi rifiutato la richiesta di un capo di Stato. Gli hanno chiesto alla partenza se aveva avuto contatti con i dissidenti e lui ha risposto: «No sé si estaban o no estaban» non so se c'erano o non c'erano. «Ninguno se identificò». Che peccato.

Dove erano finiti i «disidientes»? Papa Francesco, il presidente Obama e Raul Castro si sono ringraziati a vicenda per aver archiviato insieme la vecchia inimicizia cubano-americana con grande vantaggio del turismo e degli affari. La democrazia, come il paradiso, può attendere.

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