Toninelli, bluff sulle pressioni: pubblica lettere datate gennaio

"Ecco le prove". Ma le richieste di Aiscat erano per Delrio

Toninelli, bluff sulle pressioni: pubblica lettere datate gennaio

«Ecco prova delle cortesi pressioni per dissuadere il ministero dal pubblicare gli atti delle convenzioni. Sono parole che ovviamente hanno influenzato le strutture anche sotto la mia gestione. Ma carta canta e le bugie hanno le gambe corte». Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli pubblica su Twitter le lettere che dimostrerebbero le pressioni ricevute da Aiscat, l'associazione che raggruppa i concessionari autostradali, per non pubblicare i contratti delle convenzioni tra Stato e gestori. Pressioni che però, stando alle date, il titolare delle Infrastrutture Danilo Toninelli avrebbe ricevuto quando non era nemmeno ministro. I passaggi delle due lettere nelle quali l'Aiscat sostiene le propria contrarietà alla pubblicazione degli allegati delle concessioni, evocando il possibile reato di aggiotaggio nel rivelare informazioni industriali sensibili, risalgono infatti rispettivamente all'11 gennaio e al 7 marzo 2018. Quando cioè il pentastellato era solo un deputato uscente, e sulla poltrona che occupa ora c'era l'ex ministro piddino Graziano Delrio. Ben prima della tragedia di Genova. Con dettagli che riguardano dati finanziari delle società, non prescrizioni di sicurezza. Tanto che la stessa Aiscat a stretto giro puntualizza: «L'unico contatto con il ministro è stata la richiesta di disponibilità di date per l'annuale assemblea dell'associazione».

Non solo, quelle lettere sarebbero state solo la risposta «a seguito di richiesta di parere ricevuta dalla competente Direzione del Ministero. Aiscat doverosamente risposto illustrando la propria posizione», che per altro, ripete, «è analoga a quanto registrato in altri paese europei che, pur senza uno specifico obbligo normativo, hanno pubblicato sui propri siti istituzionali solo i contratti di concessione e non i relativi allegati, nel rispetto delle norme in materia di riservatezza, segreto commerciale e industriale».

La data delle missive però scatena la polemica politica. Il Pd attacca con Michele Anzaldi: «Le fantomatiche pressioni di cui ha parlato Toninelli in Aula alla Camera sarebbero, quindi, una lettera di Aiscat, la società dei concessionari autostradali per la quale lavorava il premier Conte, mandata quando era ministro Delrio, e che non ha comunque impedito che le concessioni fossero a disposizione del Parlamento, quindi pubbliche. 48 ore per partorire questa penosa e traballante linea difensiva, dopo la balla raccontata in una sede istituzionale: imbarazzante». Rincara il dem Carmelo Miceli: «La toppa di Toninelli è peggiore del buco.

Pur di non fare la cosa giusta, cioè andare in Procura e denunciare le cosiddette pressioni ricevute dopo il crollo del ponte Morandi, il ministro pubblica due stralci di lettere protocollate nei mesi di gennaio e marzo, cioè quando lo stesso Toninelli non era al vertice del dicastero, né la tragedia di Genova si era consumata. Perché continua a prenderci in giro? Basta girotondi e balletti. Toninelli vada in Procura e poi rassegni le dimissioni».

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