A volte mi piacerebbe vivere in un Paese che non ha storia e, non avendo secoli alle spalle, ha ben poche tradizioni da rinverdire. Nazioni come l'Italia e la Spagna, per loro fortuna e sfortuna degli animali, hanno invece un retaggio culturale e artistico infinito dovuto agli imperi e ai potentati che si sono succeduti nei secoli. Le tradizioni dunque abbondano e affondano nel passato, riesumate da solerti comitati civici, comunali o parrocchiani che, per tributargli le adeguate onorificenze, troppo spesso ci mettono di mezzo animali costretti a soffrire, se non a morire, per devozione al tale santo o alla tale vergine.
Il Palio dei palii di Lodi, con la sua infinita, esagerata e alla fine noiosa coreografia, è forse l'esempio più eclatante che abbiamo in Italia. Le sue origini risalgono, secondo documenti anteriori al 1200, a un Palio «Palio di San Bonifazio» che era il titolare dell'antica Cattedrale. Dai palii alle sagre di paese, dalle rievocazioni di battaglie alle pacificazioni e agli eventi religiosi, alla fine ci vanno sempre di mezzo cavalli, oche, colombe, maiali, rane, asini e, nel caso di Gamba de Legn, i muli. Gamba de legn era il termine popolare usato per indicare le locomotive a vapore usate nelle prime linee tranviarie interurbane lombarde che applicavano la trazione meccanica in luogo di quella equina. Ora, con tutto il rispetto per barcaioli e lavandaie di Lodi, l'idea della loro associazione, di ripristinare il vecchio Gamba di Legno e farlo trainare da muli, è aberrante e offensiva nei confronti di un animale cui dovremmo invece innalzare monumenti in ogni città, per la sua ineffabile importanza a contatto con l'uomo, nei trasporti in campagna o nei tratturi ghiacciati delle montagne.
Benissimo fa, l'amica Michela Vittoria Brambilla a protestare in modo veemente contro questo ennesimo recupero di una tradizione che vede, more solito, la mancanza di dignità verso gli animali e l'incuria del loro stato di benessere. L'associazione vorrebbe rimettere in linea il vecchio omnibus e farlo trainare dai muli per il puro diletto dei turisti. Dopo le esecrate botticelle romane, tirate da cavalli massacrati dal caldo e da orari «di lavoro» impossibili, ci mancavano solo i muli a trainare vecchie locomotive a vapore. «Il gamba de legn dei nostri bisnonni andava a vapore. Pensare di far trainare a dei muli, per decine di chilometri, un vecchio omnibus carico di persone, in teoria fino a 27, non è una bella trovata turistica né un recupero della tradizione, ma una grave ipotesi di maltrattamento animale che, si dovesse diventare realtà, porteremo immediatamente all'attenzione della Procura».
Così si è espressa l'ex ministro del Turismo di Forza Italia, da sempre impegnata in concrete battaglie a favore del benessere e ella dignità degli animali. Lodi ha già la sua cursa dei cavai, nota perché non si è mai azzoppato un cavallo. Rispetti la dignità del mulo.
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