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Tracollo Pd nella terra del ministro Boschi

I democratici perdono Sansepolcro e Montevarchi, il coordinatore aretino rimette il mandato. A Cascina il primo sindaco leghista della Toscana. Renziani sotto in 5 ballottaggi su 6

Tracollo Pd nella terra del ministro Boschi

Ci sono le sconfitte teatrali, roboanti, come quelle di Roma e Torino. Ma esistono poi insuccessi in luoghi piccoli, non noti, che aprono ferite meno visibili ma che fanno male quasi allo stesso modo dei tracolli nelle città più mediatiche. Nel girone degli ultimi ballottaggi per le amministrative il Pd ha espugnato Varese, ma è proprio addentrandosi nel piccolo che si scopre un Italia che racconta ancora di più di una crisi di partecipazione e di appartenenza, che scava abissi tra partiti tradizionali e nuovi e gli elettori. La Toscana, per esempio, la regione del premier Matteo Renzi. Cinque ballottaggi persi su sei dai democratici, uno in un capoluogo di Provincia, Grosseto, dove vince il centrodestra. Ma la crisi sembra estesa a tutta la regione, la roccaforte di Renzi e dei suoi fedelissimi. Se la Roma governativa affonda sotto l’avanzata dei Cinque Stelle, nella terra del ministro Maria Elena Boschi, quell’incantevole lembo di Toscana che occupa la provincia di Arezzo, questa domenica sono andati in scena due drammi per i democratici. Il primo a San Sepolcro, il paese di Piero della Francesca, diamante della Valtiberina da cui passa anche il cammino di Francesco d’Assisi. La sindaca del Pd non solo è stata doppiata dallo sfidante, un imprenditore che ha coalizzato intorno al suo nome una serie di Liste civiche moderate, Mauro Cornioli, ma ne è stata addirittura doppiata. Daniela Frullani si è fermata al 31,78%, poco più di duemila voti, mentre Cornioli ha quasi sfondato il muro del 70%, con il 68,22% delle preferenze. Il neosindaco cinquantatreenne è stato lanciato in aria dai simpatizzanti al termine di un corteo che ha attraversato parte della città.

E altrettanto clamorosa, per la collocazione geografica della sconfitta, è la resa del Pd a Montevarchi, il paese natale del ministro Boschi. Qui i democratici non hanno ceduto a Grillo o alle liste civiche, ma al centrodestra, per la prima volta alla guida della cittadina aretina. E per la prima volta sindaco di Montevarchi è una donna: Silvia Chiassai, sorretta da una coalizione di centrodestra. La vittoria è stata nettissima: Chiassai ha fiorato il 60 % (59,36%) ai danni del democratico Paolo Ricci. Chiassai, due anni più grande della ministra (37), e come lei capelli lunghi color miele, professione psicoterapeuta, ha concluso la sua notte magica entrando nel palazzo comunale con indosso la maglia del Montevarchi calcio. La sinistra ha perso anche un’altra roccaforte in una provincia rossa. Con uno scrutinio che si è giocato sul filo di numeri piccolissimi, a Cascina, provincia di Pisa, è stato eletto il primo sindaco leghista della storia della Toscana. E’ una donna, ha appena 29 anni, studentessa universitaria, si chiama Susanna Ceccardi: ha vinto per cento voti, 50,29% a 49,71% su Alessio Antonelli, sindaco uscente del Pd. Anche per la giovane Ceccardi un risultato storico: per la prima volta da settant’anni il Comune dell’entroterra pisano non è governato da un partito di sinistra. A Sesto Fiorentino altra batosta per il Pd: vince Sinistra Italiana.

Questo pomeriggio il coordinatore provinciale di Arezzo, Massimiliano Dindalini, ha consegnato le sue dimissioni alla direzione territoriale.

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