Daniel Mosseri
Berlino Nessuno si aspettava buone notizie dal fronte orientale. Al contrario, i partiti della grande coalizione di Angela Merkel cristiano democratici (Cdu) e socialdemocratici (Spd) avevano già messo in conto il rafforzamento dei sovranisti di Alternative für Deutschland (AfD) dal voto a settembre in Sassonia e in Brandeburgo, e poi da quello di domenica scorsa nella piccola Turingia. Ma che a Erfurt, capitale del Land orientale con 2,1 milioni di abitanti, il centro politico della Germania sarebbe franato non se lo aspettava nessuno. La Cdu è diventata il terzo partito con il 21,8% (era il primo con il 33,5%) mentre la Spd si è ridotta all'8,2% (dal 12,6%). A stravincere in una Turingia lontanissima dal resto del paese sono le estreme: la Linke, il partito socialcomunista del premier uscente Bodo Ramelow con il 31% dei consensi (partiva dal 28,2%), inseguita da AfD a valanga con il 23,4% (aveva il 10,6%).
Ramelow, un ex socialdemocratico dell'ovest passato agli ex comunisti dell'est dopo il crollo del Muro, puntava a ripetere l'esperienza appena conclusa della coalizione rosso-rosso-verde. Il calo della Spd e quello dei Verdi (scesi di mezzo punto dal 5,7% del 2014), gli hanno invece fatto perdere la maggioranza dei seggi. Per l'unico esponente della Linke capace di vincere un'elezione regionale potrebbe però arrivare un inatteso «soccorso nero», dal colore della Cdu, In campagna elettorale, il capolista della Cdu Mike Mohring aveva promesso che il partito non si sarebbe mai alleati con le estreme. A spoglio appena concluso, un po' a sorpresa Mohring ha aperto invece a «possibili collaborazioni con la Linke». Una scelta dettata da due considerazioni: la prima, l'oggettivo pragmatismo di Ramelow, anima «migliorista» della Linke, un partito altrimenti anti-Nato, anti-occidentale e infatuato di dittatori alla Maduro; la seconda, l'altrettanto oggettiva impresentabilità di Björn Höcke, leader di AfD in Turingia ed esponente dell'unica corrente del partito messa sotto osservazione dai servizi di intelligence federale per le sue aperture all'eversione neonazista. L'ex insegnante di storia Höcke si diletta anche di revisionismo e usa un linguaggio che flirta apertamente con quello tabù del Terzo Reich.
Scegliendo Ramelow rispetto a Höcke, la Cdu in Turingia seguirebbe dunque la logica del male minore: una mossa comunque rischiosa per un partito già entrato in crisi per l'eccessiva frequentazione dei socialdemocratici da parte di Angela Merkel. Andare a braccetto con i comunisti potrebbe finire dare alla Cdu il colpo di grazia.
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