Il turismo adesso teme disdette a raffica. Federalberghi: "Inspiegabile, che danni"

Il test per i vaccinati e la quarantena agitano il settore. Bocca: "Così scoraggiamo gli stranieri". Per i frontalieri si studiano regole ad hoc

Il turismo adesso teme disdette a raffica. Federalberghi: "Inspiegabile, che danni"

È una stretta per tutelare l'Italia dal dilagare della variante Omicron, che però rende più difficili i viaggi proprio a ridosso delle festività e rischia di danneggiare il turismo. L'ordinanza del ministro Speranza che da oggi fino al 31 gennaio impone una quarantena di cinque giorni ai non vaccinati che arrivano in Italia dagli Stati Ue e un tampone anche agli immunizzati, non ha fatto irritare solo l'Europa ma anche le categorie di settore, che temono disdette. Del resto non è difficile immaginare che chi, senza vaccino, aveva intenzione di trascorrere qualche giorno in Italia a Natale decida di cambiare programma. «È davvero inspiegabile - dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - appena due giorni fa il ministro Garavaglia aveva detto pubblicamente che l'Italia è il Paese europeo messo meglio e per questo invitava gli stranieri a venire. E ora arriva questo provvedimento con restrizioni che non ci sono altrove. È un grosso danno, per questo chiediamo a Draghi di mettere mano all'ordinanza almeno sulla decorrenza». Il settore dei viaggi, che si stava finalmente risollevando, è di nuovo in agitazione. L'ordinanza - decisa per arginare una variante che secondo l'Oms ha una capacità di propagazione «impressionante» - è stata una doccia fredda per chi lavora nel turismo. «È l'ennesimo colpo basso all'economia nazionale del turismo, un provvedimento emanato senza alcun preavviso, che ci allontana dall'Europa, i cui vertici reagiscono sbigottiti quanto noi», dice Luca Patané, presidente di Confturismo-Confcommercio. Le associazioni del turismo organizzato pretendono ristori dal governo: «Dopo quasi due anni di restrizioni ai viaggi chiediamo a Draghi solo una cosa: a fronte dell'ulteriore stretta servono subito indennizzi al settore del turismo organizzato». Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, discute il metodo della stretta: «È un provvedimento che adottato a ridosso delle vacanze, accompagnato dallo sconsiglio dei viaggi da parte degli Stati Uniti, provocherà inevitabili disdette rendendo per la nostra industria turistica lo scenario ancora più critico di quanto già non fosse». Anche il turismo invernale teme ripercussioni, con tutti gli stranieri che scelgono le nostre montagne per sciare. «Senza preavviso da oggi gli ospiti devono presentare un test negativo all'ingresso. Questa ordinanza riporta conseguenze drammatiche per il turismo invernale, specialmente per il periodo natalizio», dice Manfred Pinzger, presidente dell'Unione Albergatori e Pubblici Esercenti Hgv dell'Alto Adige.

L'ordinanza interessa anche gli italiani che sono all'estero e devono rientrare nel nostro Paese e tutti coloro che hanno programmato un viaggio durante le festività. Per chi ha le due o tre dosi il problema si limita all'effettuazione di un tampone molecolare (48 ore prima dell'ingresso) o un antigenico (24 ore prima) e alla compilazione del modulo Passenger locator form, che aiuta le autorità sanitarie ad effettuare i tracciamenti. Ma per chi non è vaccinato scatta l'isolamento fiduciario, con un test molecolare o antigenico prima del rientro e un altro al termine dei 5 giorni di quarantena. Oltre alla compilazione dello stesso modulo Plf. È stato prorogato fino al 31 gennaio anche il divieto di ingresso e di transito in Italia per chi nei 14 giorni precedenti ha soggiornato nei Paesi dell'Africa meridionale dove Omicron è più diffusa (Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia, Eswatini). I residenti in Italia possono comunque rientrare con test negativo e quarantena di 10 giorni.

C'è poi la questione dei frontalieri che per lavorare ogni giorno passano

il confine. Per il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, per loro «questo provvedimento non vale. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, assicura che il governo «valuterà provvedimenti ad hoc».

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