Napoli - La valigia sul letto (quella di un lungo viaggio) è sempre pronta dalle parti di Palazzo San Giacomo. Appena può, Luigi de Magistris s'imbarca sull'aereo e s'immagina un po' ministro degli Esteri e un po' Marco Polo alla ricerca della via della seta. All'inizio, questa irrefrenabile passione per le mete esotiche era stata camuffata perché la fascia tricolore si limitava a ricevere delegazioni diplomatiche e ambasciatori e consoli che nemmeno alla Farnesina. Un'agenda che si è via via infittita negli ultimi tempi e che ha costretto il cerimoniale del Comune di Napoli a destreggiarsi tra i rappresentanti dei Paesi occidentali e orientali più svariati. Giggino ha stretto la mano un po' a tutti: agli statunitensi e ai russi, agli israeliani e ai rumeni, ai nigeriani e ai venezuelani. Con la Palestina ha coltivato un rapporto diretto non solo grazie all'amicizia con l'ambasciatore in Italia, che ha incontrato ben quattro volte a Piazza Municipio, ma con lo stesso Abu Mazen cui ha conferito la cittadinanza onoraria. In Palestina, c'è stato due volte in visita ufficiale. Nel 2013 e nel 2014, partecipando pure alla messa di mezzanotte di Natale. E questo senza considerare l'appoggio offerto al veliero Estelle della «Freedom Flottilla», il convoglio internazionale allestito per spezzare l'embargo di Gaza. Dall'ufficio stampa dell'amministrazione i comunicati decantano il ritorno d'immagine e l'importanza di partnership che legano la città alle grandi realtà mondiali, ma il sindaco è andato oltre, molto oltre nella sua attività di politica estera. Nei saloni della Casa comunale Giggino si è fatto fotografare con gli araldi dell'Azerbaijan, del Principato di Monaco, del Kazakhstan, dell'Islanda, dell'Indonesia, del Pakistan, della Lettonia e dell'Armenia. Chiunque non parli italiano, è il benvenuto. A un certo punto però deve essersi stufato di regalare i gagliardetti del Comune ai visitatori stranieri e ha deciso di rispolverare il passaporto. Della Palestina si è già detto, ma Giggino è stato in tanti altri posti nel frattempo. È stato a San Francisco e a New York. Tra una delibera e un tweet sul potere rivoluzionario arancione, ha fatto una capatina a Bruxelles e ad Amburgo. Un attimo prima era in consiglio comunale, quello successivo stava prenotando per San Pietroburgo. E ancora trasferte a Vienna e a Barcellona. È stato anche il primo amministratore locale (e a occhio e croce pure l'unico) a fare rotta su Baku, in Azerbaijian che non è proprio una meta internazionale di prim'ordine. Da Giggino 'a manetta è diventato Giggino millemiglia. Questo network di relazioni dovrebbe servire, secondo lui, in campagna elettorale per dimostrare che Napoli ormai è tornata leader dell'area euromediterranea e dialoga da pari a pari con le grandi capitali del pianeta. Per ingraziarsi i movimenti e i gruppi No Global, ora s'è inventato la cittadinanza onoraria al leader curdo Ocalan.
Intanto, i napoletani indigeni stanno per la prima volta provando la vergogna di vedere la linea notturna del bus per il quartiere di Scampia soppressa a causa delle aggressioni e degli atti di vandalismo che si sono intensificati in queste ultime settimane contro autisti e passeggeri. Roba che non si vede nemmeno nella Striscia di Gaza, quella vera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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