Tutti con gli occhi al cielo: c'è lo show del satellite cadente

Remoto il rischio che detriti del «palazzo celeste» cadano in Italia. Finestra prevista nella notte tra oggi e domani

Tutti con gli occhi al cielo: c'è lo show del satellite cadente

Il «palazzo celeste» è sempre più vicino e i calcoli sono difficili. Astrofisici, centri di ricerca specializzati e 15 agenzie spaziali di tutto il mondo stanno seguendo Tiangong 1 attraverso potenti telescopi e radar. Il modulo della stazione spaziale cinese ha perso il controllo e sta ruotando velocemente su sé stesso, precipitando verso la Terra alla velocità di 28mila km orari. La stima di rientro in atmosfera è prevista per la notte tra oggi e domani. Il gigante del cielo, lungo 10,5 metri e pesante 9,4 tonnellate, avrà probabilmente un rientro spettacolare, sempre che non ci caschi in testa. Un rientro super monitorato per Tiangong 1, anche se incontrollato. Ma la stazione sta rientrando molto più lentamente del previsto: le previsioni continuano a posticipare l'orario. Visibile prima dell'alba per circa 3 minuti, la stazione sarà luminosa come la stella Vega. Vista da Palermo, sarà bellissima. Vista dal centro Italia sarà un po' meno evidente. Secondo l'astrofisico Gianluca Masi, «apparirà come un punto luminoso che si sposterà da Sud verso Est, passando vicinissima alla stella Altair della costellazione dell'Aquila». Con l'avvicinarsi alla nostra atmosfera e con l'abbassamento di quota, la stazione sarà visibile da un angolo più ristretto sulla Terra: ciò significa che con l'avvicinamento, sarà osservabile da una zona sempre più circoscritta.

Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Sono queste le aree italiane potenzialmente interessate dalla caduta di frammenti, lo dice l'Agenzia spaziale italiana. Tuttavia, la probabilità che qualche frammento ci colpisca si attesta allo 0,2%: una possibilità remota. Ma non c'è solo l'Italia nel mirino dei detriti; l'area interessata è molto vasta e riguarda due intere fasce che si trovano a 42,7 gradi (a Nord o a Sud) della zona equatoriale. Quindi, anche Corsica, Nord del Portogallo, parte della Spagna, Francia del Sud, Nuova Zelanda, alcuni stati Usa, Nord della Cina, Medio Oriente, Argentina e Nord Corea e altre zone delle due fasce. Inizialmente, le previsioni, davano l'impatto con la nostra atmosfera alle 23.03 dell'ora italiana (alle 19.03 dell'orario di Greenwich e alle 21.03 dell'orario dell'Europa centrale). Ma le stime attuali sono passibili di variazioni che dipendono dall'evoluzione del flusso solare e dalle tempeste geomagnetiche. Si parla della notte tra l'1 e il 2 aprile, con squarci sulla mattina. La finestra di impatto prevede un'incertezza e si muove su intervalli di probabilità (intervalli di confidenza) di 6 ore (se consideriamo un intervallo di confidenza dell'80%) e 11,50 ore (con intervallo di confidenza del 95%). Il tragitto e l'assetto della stazione sono stati rielaborati al computer. L'algoritmo di calcolo è tutto italiano ed è stato definito dal dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell'Università La Sapienza di Roma. Ma anche i dati per i calcoli sono stati raccolti da telescopi ottici situati in Italia centrale. Gli italiani sono in diretto contatto con il dipartimento di astronomia dell'Università del Michigan, con la rete di osservatori russa di Ison e con il centro tedesco di Fraunhofer. La lentezza della discesa di Tiangong 1 dipende da vari fattori ed è influenzata dal Sole, che impatta sulle dinamiche dello strato più esterno dell'atmosfera. Il Sole si trova in una fase di calma, in cui le attività solari sono deboli. Infatti, come dice Tommaso Sgobba, direttore dell'associazione internazionale Iaas per la sicurezza spaziale, «non essendoci una forte attività solare, il rientro della stazione spaziale cinese sta avvenendo molto lentamente».

«Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all'orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all'attività solare» spiega l'Asi. Occhi all'insu, prima o poi cade.

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