Ucciso l'avvocato dei curdi, Istanbul in rivolta

Era il presidente dell'ordine degli avvocati di Diyarbakir, capoluogo dell'omonima provincia curda nel sud-est della Turchia. Tahir Elci è stato ucciso da una pallottola alla nuca poco dopo aver letto un comunicato nel quale condannava la violenza nell'area. Sostenitore della causa curda e attivista dei diritti umani, solo un mese fa Elci era stato condannato da una corte turca a non viaggiare all'estero per aver affermato che il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) non è un'organizzazione terroristica così è considerato in Turchia e in Occidente ma «un movimento armato». Parlando sabato davanti a una moschea a Sur, l'avvocato aveva chiesto la cessazione delle ostilità fra lo Stato e il Pkk. «Non vogliamo le armi, gli scontri e le operazioni di polizia nella nostra regione». Poi la sparatoria nel corso della quale anche un poliziotto è rimasto ucciso. Al pari di altre province a maggioranza turca, dalla scorsa estate Diyarbakir ha subito più volte il coprifuoco. La tensione è scoppiata dopo le elezioni dello scorso 7 giugno, quando il partito islamico Giustizia e Sviluppo (Akp) del presidente Recep Tayyip Erdogan aveva perso la maggioranza assoluta anche grazie all'ingresso in Parlamento di un partito curdo (Hdp). Falliti i negoziati per un governo di coalizione, «il Sultano» ha convocato nuove elezioni, lanciando una campagna di acceso nazionalismo e riportando la questione curda al centro dello scontro politico. Da parte sua il Pkk ha rispondo rompendo la tregua unilaterale dichiarata poche settimane prima. La strategia di Erdogan ha funzionato: a inizio novembre l'Akp ha riguadagnato la maggioranza assoluta a spese sia dei nazionalisti (i Lupi grigi) sia dell'Hdp.L'incidente di Sur, ha dichiarato Erdogan, «dimostra le giuste ragioni della Turchia, determinata nella sua lotta contro il terrorismo». E se il governo punta il dito contro il Pkk, una nota dell'Hdp parla invece di un «omicidio premeditato» voluto dalle istituzioni. Ad aumentare la tensione nel Paese ha contribuito l'arresto di un giornalista di Hurriyet, testata critica dell'esecutivo a trazione islamica. Il fermo di Ertrugul Ozkok, che rischia fino a cinque anni di carcere per un editoriale dello scorso settembre nel quale critica il capo dello Stato pur senza nominarlo, fa seguito all'arresto di altri due reporter nella giornata di venerdì. Alle manifestazioni di protesta a favore della libertà di stampa si sono aggiunte quelle a favore della causa curda. Il risultato è nuova violenza e ancora più tensione: a Istanbul duemila persone si sono radunate in piazza Taksim, dove la polizia ha sparato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. «Tahir Elci è immortale», lo slogan piu gridato. Stesse scene a Diyarbakir: manifestanti armati di pietre disperse dagli idranti della polizia.«Io non credo che Erdogan possa avere interesse ad aumentare la tensione nelle province curde», commenta da Ankara Valeria Giannotta, docente di Relazioni internazionali presso la Turk Hava Kurumu Universitesi.«L'attuale presidente è anche stato il primo politico ad aprire due canali in lingua curda nel 2002 e a lanciare un processo di pace con l'ex leader del Pkk Ocalan, in carcere dal 1999. Allo stesso tempo la morte di Elci è il frutto della strategia della tensione impostata da Erdogan da giugno. Il suo messaggio è stato: Con l'ingresso dell'Hdp in Parlamento crescita e stabilità garantite dall'Akp sono finite. La Turchia non è tranquilla». La campagna elettorale è stata tormentata dai più gravi attentati della storia turca. «Usando il pugno di ferro contro il Pkk,» continua Giannotta, «Erdogan ha recuperato i voti di tanti islamisti curdi la cui condizione economica è migliorata in anni recenti. Allo stesso tempo ha dato nuovo vigore a tanti nazionalisti anti-curdi, a inclusione di squadracce che hanno messo a ferro e fuoco l'est anatolico.

Un gioco facile, considerato che tanti nell'Hdp, fra cui anche un fratello del leader Selahattin Demirtas, sono in montagna a combattere con il Pkk». Un gioco facile ma pericoloso. E la morte di Elci sta lì a ricordarlo.

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