
Madrid - C'è qualcosa di sinistro e bestiale in ciò che è accaduto nella notte tra sabato e domenica a Lloret de Mar, 80 chilometri a nord di Barcellona. Come c'è qualcosa di bestiale in questa città, una colata di cemento che invade il mar Mediterraneo, un divertimentificio cafone che degenera nell'eccesso. Un non-luogo diventato la fermata finale, e fatale, della vita di Federica Squarise, violentata e uccisa a 21 anni nel 2008 e ora di Niccolò Ciatti, ammazzato di botte a 22 anni nella notte tra sabato e domenica alla discoteca St.Trop. Di «bestie» ha parlato il padre di Niccolò, Luigi Ciatti, puntando il dito rabbioso contro gli artefici dell'omicidio, tre persone di 20, 24 e 26 anni di nazionalità cecena, residenti in Francia, in attesa di asilo politico, rintracciate e messe in stato di fermo dalla Polizia di Girona. «Non sono essere umani, ma bestie che hanno ammazzato mio figlio come un sacco di patate. Non posso dire neanche come un cane perché neanche un cane si merita una fine così». Queste sono le dure parole consegnate alla stampa dal padre di Niccolò, prima di partire per la Spagna, dove il cadavere del figlio è in attesa dell'autopsia. «La cosa triste» vedendo le immagini dell'aggressione, è «che tutti, tutti sono rimasti a guardare impotenti, sarebbe bastato che forse qualcuno intervenendo, poteva risparmiargli quelle pedate sulla testa, quelle botte al cuore che me l'hanno ammazzato». «Ho visto la metà di questo video terribile perché come padre non ci sono riuscito, mi ero ripromesso anche di non farlo vedere a mia moglie, ma lei l'ha già visto. Ora che ne ho visto un pezzo è la dimostrazione delle bestie che abbiamo di fronte».
La Polizia di Lloret de Mar sta ricostruendo l'accaduto nella discoteca St.Trop, una delle più famose e antiche della città. Oltre alle immagini, ci sono le testimonianze degli amici di Niccolò che confermano come il ragazzo, forse dopo aver urtato inavvertitamente mentre ballava uno dei tre presunti assassini, è stato spinto a terra da uno dei ceceni che, senza alcuna discussione, ha iniziato a colpirlo con calci e pugni, richiamando l'attenzione dei suoi due compagni che si sono accaniti su Niccolò, ucciso probabilmente da un violento calcio prima al petto e poi al volto. Quindi nessun motivo, se non futile.
«Cercavano un pretesto solo per picchiare e sembravano molto ubriachi. Mai vista una simile violenza in un luogo di divertimento», ha dichiarato a una Tv locale una ragazza tedesca presente al St.Trop la notte del pestaggio. Alcuni testimoni descrivono i tre ceceni come professionisti delle arti marziali, dalle movenze militari. «Usavano mosse di Karate», ha dichiarato al Giornale uno dei baristi della discoteca, che chiedendo l'anonimato, ha accusato la mancanza di un numero adeguato di buttafuori nel locale. «Non è la prima volta che qui scoppia una rissa. Si beve molto, gli animi sono giovani e accaldati e per uno sguardo di troppo alla fidanzata o una spinta innocente, si viene subito alle mani. Gli uomini della sicurezza sono troppo pochi e spesso lasciano fare».
Ieri davanti al St. Trop, un centinaio di giovani ha organizzato una veglia in ricordo di Niccolò. Il locale è chiuso su disposizione delle autorità giudiziarie. Le tre presunte bestie del video, in attesa di un'imputazione, sono trattenute in caserma a Girona, dove saranno sottoposte ai test tossicologici per capire se fossero sotto l'effetto di droghe.
Un dettaglio che potrebbe giustificare una tale violenza.
In più della metà delle discoteche in Spagna circolano droghe sintetiche: metanfetamine fabbricate in Olanda. Spesso i locali vengono chiusi dopo una retata, ma riaprono subito dopo qualche settimana. Il divertimento del vietato vietare in Spagna non fa soste.
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