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Ucraina, garanzie Usa per 15 anni. Ma il Cremlino gela l'ottimismo

La Russia denuncia un attacco di droni a una residenza di Putin a Novgorod: "Zelensky mente, rivedremo la posizione negoziale". Trump al telefono con lo Zar

Ucraina, garanzie Usa per 15 anni. Ma il Cremlino gela l'ottimismo
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Donald Trump sostiene che l'accordo per arrivare alla pace in Ucraina sia chiuso al 95%, ma all'indomani dell'incontro a Mar-a-Lago con Volodymyr Zelensky, alcuni dei nodi cruciali sembrano insormontabili.

E Mosca gela l'ottimismo accusando "il regime criminale di Kiev" di aver tentato di attaccare con i droni una residenza di Vladimir Putin nella regione di Novgorod, mossa in seguito alla quale "la posizione negoziale della Russia sarà rivista" spiega il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Zelensky nega, definendola "una completa invenzione per giustificare ulteriori attacchi contro di noi e per indebolire tutti i risultati dei nostri sforzi diplomatici condivisi con la squadra di Trump". Mentre il presidente americano sente nuovamente Putin, una "telefonata positiva", come spiega la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt (stando al resoconto di Mosca il tycoon sarebbe rimasto scioccato e indignato per il presunto raid).

Dal Cremlino, il portavoce Dmitri Peskov dice di concordare con Trump sul fatto che i colloqui per porre fine alla guerra siano nella fase finale. Anche se il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov sottolinea dopo la telefonata Trump-Putin che per Mosca le proposte di Kiev sono "aperte a interpretazioni e un modo per eludere i propri obblighi". Zelensky, da parte sua, torna sui punti chiave dell'accordo di pace e rivela che gli Stati Uniti hanno offerto all'Ucraina "solide" garanzie di sicurezza per 15 anni con possibilità di proroga, ma Kiev chiede un periodo più lungo: "Gli ho detto che vorremmo considerare la possibilità di 30-40-50 anni. Questa sarebbe una decisione storica da parte del presidente Usa, e lui ha detto che ci avrebbe pensato". Un'altra parte necessaria, prosegue, è la "presenza di truppe internazionali in Ucraina": "Credo che sia un rafforzamento delle garanzie di sicurezza che i nostri partner ci stanno già offrendo". I nodi irrisolti, tuttavia, rimangono il futuro della centrale nucleare di Zaporizhzhia e la questione territoriale: proprio a causa della mancanza di accordi su questi punti, precisa Zelensky, la piena finalizzazione del documento non è ancora possibile. Secondo il New York Times, comunque, pur se i progressi dell'incontro in Florida non sono quantificabili, per il leader di Kiev già il solo fatto di continuare a parlare con Trump è una "vittoria". Uno dei suoi maggiori obiettivi a Mar-a-Lago era impedire che le trattative in corso deragliassero, e ci è riuscito, scrive il quotidiano. Fonti di Fox News avevano pure sottolineato che i colloqui di domenica potrebbero aprire la strada alla prima telefonata tra Zelensky e Putin in oltre cinque anni, ma il Cremlino ha subito messo in chiaro che una chiamata tra i due capi di stato "non è attualmente in considerazione". Nei prossimi giorni, invece, proseguiranno i negoziati a Kiev, Washington e Parigi: "anzitutto vogliamo tenere un incontro a livello di consiglieri per la sicurezza nazionale" afferma Zelensky spiegando che il capo negoziatore Rustem Umerov ha già contattato i funzionari americani ed europei.

Poi "ci sarà un vertice a livello di leader europei con Kiev, in un formato allargato che include anche la Coalizione dei Volenterosi" e successivamente, Zelensky e gli alleati del Vecchio Continente potrebbero volare negli Stati Uniti per vedere Trump a Washington.

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