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Unioni civili, il Senato approva. Ma è scontro sui voti di Verdini

Battaglia finale sulle unioni civili. Verdini vota col Pd e cambia la maggioranza. L'ira della minoranza Pd: "Il governo è snaturato". Anche Forza Italia all'attacco: "Renzi passi dal Colle"

Unioni civili, il Senato approva. Ma è scontro sui voti di Verdini

Il caso è politico. Perché col via libera del Senato alla fiducia chiesta dal governo sul maxi-emendamento, interamente sostitutivo del ddl Cirinnà, Denis Verdini e i suoi uomini entrano ufficialmente nella maggioranza. Il loro voto alle unioni civili salva la faccia al Pd e apre una crisi politica senza precedenti. La minoranza dem parla di governo "snaturato". Ma non è l'unica a lanciare l'allarme. Anche Forza Italia e Carroccio alzano i toni dello scontro chiedendo a Matteo Renzi di salire al Colle visto il cambio di maggioranza.

I voti favorevoli al ddl Cirinnà, che ora passa a Montecitorio, sono stati 173 e i contrari 71. Nella maggioranza non hanno partecipato al voto tre senatori del Pd (Sergio Zavoli, Luigi Manconi e Felice Casson) e sei senatori di Ap (Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni, Gabriele Albertini, Giuseppe Esposito, Aldo Di Biagio e Giuseppe Marinello). Gli occhi sono tutti puntati su Verdini. I numeri dimostrano, infatti, che il gruppo Ala è stato decisivo. I 18 senatori di Ala su 19 votano la fiducia al governo per raggiungere la soglia della maggioranza assoluta che, a Palazzo madama è 161. Senza i loro 18 "sì" il governo avrebbe avuto 155 voti. "Verdini e poltronari vari entrano al governo, ormai è un parlamento vergognoso - sbotta Matteo Salvini - italiani, andiamo a prenderli e chiuderli dentro il palazzo?". Ma Lucio Barani, capogruppo di Ala, si difende spiegando che "non c'è alcun mercimonio politico". "Siamo rimasti fedeli con estrema coerenza al patto del Nazareno - incalza - non ci iscriviamo all'albo degli sfascisti". Secondo i conti del Pd, l'apporto del suo partito alle unioni civili non sarebbe stati indispensabili. Ma la realtà è un'altra. I voti dei verdiniani hanno, infatti, sostituito le defezioni di Ncd e Pd su una legge sui diritti civili mai discussa né in commissione né in Aula.

A Palazzo Madama il voto si svolge in un clima a dir poco infuocato. "Tutti quelli che oggi diranno sì alla fiducia - tuona il leghista Roberto Calderoli - introducendo il matrimonio gay, andranno all'inferno, perché San Pietro controllerà i tabulati delle votazioni del Senato". A esultare rimane solo Monica Cirinnà: "Oggi l'Italia apre una nuova pagina del diritto di famiglia, portando diritti a tutte quelle coppie formate da persone dello stesso sesso che già esistono per la società ma non agli occhi del diritto". In realtà, quello che ha inizio oggi è un nuovo sodalizio tra Renzi e Verdini. "Questa trasformazione non può passare sotto silenzio", tuon il presidente dei senatori azzurri Paolo Romani invitando Renzi a trarre "le dovute conseguenze" e salire al Quirinale per formalizzare con il capo dello Stato Sergio Mattarella la nuova maggioranza di governo. A Palazzo Chigi, però, si fanno orecchie da mercante. "Quel che conta è che stasera tanti cittadini italiani si sentiranno meno soli, più comunità. Ha vinto la speranza contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione.

Ha vinto l'amore".

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