Cronache

Uova al Fipronil pure in Italia Il ministero: «Nessun rischio»

In Europa 16 Paesi colpiti. Scontro Germania-Belgio sui valori dell'insetticida ritenuti pericolosi per l'uomo

Uova al Fipronil pure in Italia Il ministero: «Nessun rischio»

I n meno di due settimane lo scandalo delle uova contaminate dall'insetticida fipronil si è trasformato da faccenda belga e olandese in dossier europeo prima e giallo italiano poi. L'Unione, infatti, ha inserito anche il nostro fra i Paesi coinvolti (15 dell'Ue più Svizzera e Hong Kong), la Coldiretti rende noto che da gennaio a maggio sono arrivate dall'Olanda in Italia 610 tonnellate di uova in guscio e 648 di «ovoderivati» ma il ministero della Salute assicura che «ad oggi non risultano distribuiti al consumo uova o derivati contaminate da fipronil sul territorio nazionale».

Però, come si dice, c'è un però. Anzi due. Il primo è rappresentato dal piano di controlli che lo stesso ministero ha inviato alle Regioni che dovranno metterlo in atto con verifiche a campione. Ennesima conferma del riflesso condizionato dei poteri pubblici italiani: predicano sempre che da noi i controlli sui prodotti alimentari sono molto più stringenti ed efficaci che altrove ma di fronte all'emergenza si accorgono si può fare qualcosa in più. Il secondo «però» è una partita di uova proveniente dall'Olanda e lavorata in Francia bloccata, in seguito a una segnalazione delle autorità transalpine dell'8 agosto, prima di essere immessa in commercio. Al ministero della Salute spiegano che si tratta di una frode (come se per l'incolumità delle persone cambiasse granché) ma il sequestro basta all'associazione Codacons per ribadire la fondatezza dell'allarme lanciato giovedì. Allarme motivato con gli stessi argomenti usati dalla Coldiretti per chiedere di «togliere il segreto sulla destinazione finale di tutti i prodotti alimentari importati rendendo finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall'estero»: e cioè i rischi connessi alle triangolazioni commerciali di alimenti e semilavorati che una volta importati nell'Unione diventano made in Europe a tutti gli effetti. Argomenti che ieri ha ribadito di condividere il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina.

Insomma, in Italia si attendono dei risultati dei controlli che le Regioni effettueranno secondo il piano del ministero. Oltre ad aspettare che quando Bruxelles adotti norme più severe in tema di tracciabilità dei prodotti alimentari.

Nella contingenza, comunque, l'Unione si sta muovendo. Anche e soprattutto perché in Germania, Regno Unito, Danimarca e Francia - oltre che ovviamente Belgio e Paesi Bassi - la situazione è grave. Alcuni supermercati britannici hanno ritirato i prodotti a rischio; le autorità di Parigi segnalano che oltre 48mila uova contaminate potrebbero essere state vendute e quelle di Copenaghen di avere scoperto altre due tonnellate di uova al fipronil; la Germania ha toccato quota dieci milioni di uova distrutte; giovedì in Olanda sono stati arrestati due dirigenti di un'azienda sicuramente coinvolta. E in quanto rappresentante dei cittadini più colpiti, il governo di Berlino accusa apertamente quelli di Bruxelles e L'Aia di aver dato l'allarme in ritardo mentre Belgio e Paesi Bassi si rimpallano la responsabilità. In particolare i tedeschi se la prendono con i belgi che avrebbero «giocato» con i valori di fipronil riscontrati già in giugno: Bruxelles dice non sono pericolosi per l'uomo e Berlino ribatte che lo sono per i bambini.

L'Unione si muove, si diceva. Ma purtroppo lo fa a modo suo. La commissione ha convocato un vertice «d'emergenza» per il 26 settembre. Facile ma inevitabile commentare che quel giorno la frittata sarà già stata fatta.

Si spera con uova non pericolose.

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