Vacche, pipistrelli e bachi da seta. Così l'Europa butta i nostri soldi

Da Bruxelles finanziamenti a pioggia per progetti buffi e inutili. Dai 550mila euro per gli uccelli migratori, fino ai 34 milioni per la cooperazione in Groenlandia

Vacche, pipistrelli e bachi da seta. Così l'Europa butta i nostri soldi

Pipistrelli, vacche, bachi da seta, pecore. La spending review non alberga a Bruxelles. I soldi ci sono per tutti. Tanto li mettono i contribuenti. A loro insaputa. Perché il bilancio dell'Unione Europea sarà pure pubblico e disponibile online, ma districarsi nel ginepraio dei finanziamenti e decifrare il burocratese non è impresa da comune cittadino.«250mila euro per testare il ricorso alla gestione partecipativa dei pascoli in Kenya e Tanzania». Chiaro? Per nulla. Di certo c'è solo l'ammontare del progetto. E che dire del milione e mezzo di euro destinato ai premi alle vacche nutrici? O del mezzo milione elargito per «l'attenuazione dell'impatto delle pale eoliche sulle popolazioni di pipistrelli e uccelli e nelle rotte migratorie»? E ancora dei 500mila euro per aiutare «i bachi da seta»? Sono alcune delle eurofollie contenute nel bilancio 2016 approvato dall'Unione Europea. Spulciando tra le oltre duecento pagine, di bizzarrie per usare un eufemismo ce ne sono eccome. E non parliamo solo di specie animali, ma anche di progetti che a un cittadino stritolato dalla burocrazia e dalle tasse farebbero quantomeno storcere il naso. 34 milioni per la Cooperazione con la Groenlandia posson bastare? Per «creare resilienza per migliorare la salute delle comunità nomadi della regione del Sahel nella situazione post crisi» a bilancio è stato messo un milione e 200mila euro. 350mila euro invece per la «mappatura della minaccia globale della resistenza antimicrobica».

Per risarcire le vittime dei reati più gravi commessi nella Repubblica Democratica del Congo, sborsiamo 395mila euro. Per carità, anche i congolesi hanno diritto alla giustizia, ma non si capisce perché allora non possano trovarla anche i cittadini europei vittime, per dire, di errori giudiziari. Uno dei pilastri su cui si basa l'azione dell'Unione Europea è quello di sostenere le minoranze e i soggetti in difficoltà, ma non è chiaro su quali basi si decida di aiutare una minoranza piuttosto che un'altra. Perché giusto per fare un esempio - ci sono 300 milioni destinati ai profughi della Palestina e non a quelli yazidi? Non è dato sapere. Sempre rimanendo in tema di minoranze, nel bilancio Ue compaiono poi 900mila euro per «lo sviluppo di capacità per la società civile rom e rafforzamento del loro coinvolgimento nel monitoraggio delle strategie nazionali per la loro integrazione». 135mila euro vengono invece spesi per «ridurre le diseguaglianze in ambito sanitario per le persone lesbiche, gay, transessuali e intersessuali» mentre un milione e 150mila euro sono indirizzati alla «creazione di imprese da parte dei giovani migranti». Meritano infine una menzione a parte quei progetti che sono stati proposti dal Parlamento Ue ma che non sono stati approvati. Si va dai 499mila euro proposti per finanziare un «nuovo discorso narrativo sull'Europa» ai 150 milioni di euro per «installare rubinetti di latte in tutte le scuole» passando per i 150 milioni da spendere per «lo sviluppo potenziale della raccolta manuale di alghe» fino ai due milioni di euro proposti per «sviluppare una dimensione europea della sport».

Insomma, non bastavano gli sprechi milionari per la transumanza dei parlamentari da Bruxelles a Strasburgo o quelli delle sedi distaccate o i benefit della casta dei funzionari. Anche quest'anno l'Unione Europea non ha badato a spese. Nostre.

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