RomaStrani giochi a Bruxelles. La Commissione europea diffonde un documento «civetta» sui conti pubblici italiani. Contiene la valutazione Ue sul Documento di economia e finanza, presentato dal governo più di un mese fa. E sono valutazioni negative; soprattutto per la mancata riduzione del debito e sull'efficacia della spending review.
Nello stesso testo, però, la stessa Commissione precisa che non si tratta della valutazione definitiva sui conti pubblici. Questa arriverà a fine mese, più o meno in coincidenza con l'approdo della legge di Stabilità nell'aula di Montecitorio.
Allora, se è un documento vecchio che non tiene conto della manovra, perché la Commissione Ue lo ha diffuso? La Commissione Juncker non è ancora sicura se ha o meno il peso specifico politico per avviare una procedura d'infrazione contro l'Italia. Oggi il Parlamento europeo discuterà il ruolo che l'attuale presidente della Commissione ha avuto nel Luxleaks . Vale a dire, nelle pratiche di elusione fiscale ammesse nel Granducato proprio quando Juncker era - contemporaneamente - primo ministro e ministro delle Finanze. Pratiche note a tutti, ma che vengono denunciate proprio all'indomani della nomina della nuova commissione; con l'obbiettivo - dicono a Bruxelles - di indebolire il peso specifico politico del nuovo governo Ue.
Così, in attesa di capire che piega prendano i Luxleaks , dalla direzione Ecofin esce un documento datato. Ma che rappresenta un chiaro segnale di come intende muoversi la burocrazia europea, messa sotto accusa da Renzi. Applicando alla lettera i Trattati, infatti, l'Italia non rispetta due capisaldi del processo di contabilità comune: il patto di Stabilità ed il fiscal compact . E gli euroburocrati, nel documento, lo sottolineano.
Il patto di Stabilità non viene rispettato dal Def (e dalla legge di Stabilità) in quanto utilizza il deficit (aumentandolo) per finanziare spese o minori entrate, come il taglio del cuneo fiscale. Tant'è che nel documento europeo si parla espressamente di «una incertezza significativa che circonda la spending review». Sotto questa voce il governo quantifica i tagli alla spesa.
In più, sia il Def e sia la legge di Stabilità non rispettano il fiscal compact per quanto riguarda la riduzione del debito. Non solo. Nel Def c'è proprio scritto nero su bianco (e gli esperti di Bruxelles lo hanno letto) che il governo italiano ritiene che «la correzione (prevista per rispettare il Fiscal compact) viene giudicata né fattibile né auspicabile». In aggiunta all'intenzione di non rispettare l'impegno di portare il saldo strutturale al 3% (sarà dello 0,1%, scrive il governo), la burocrazia europea sottolinea come sia rimasto al palo anche il piano di privatizzazioni. Secondo i progetti (ripetuti dal 2012), avrebbe dovuto portare alla dismissione di asset pubblici per 10 miliardi all'anno (0,7% del pil). Invece, il governo non solo non ha privatizzato il 40% di Poste e il 49% di Enav.
Ma anche le uniche privatizzazioni realizzate (la cessione ai cinesi del 30% della Società delle Reti di cassa depositi e prestiti) non hanno portato beneficio nelle casse dello Stato.Nella sostanza, la Commissione - diffondendo questo documento «civetta» - ha voluto lanciare un avvertimento al governo italiano. Il risultato si vedrà a fine mese.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.