Nichi Vendola è una bandiera che sventola. A volte da un lato, a volte da un altro. Ci sono poi periodi in cui è a mezz'asta, quando batte in ritirata o non riesce a far breccia nelle cronache politiche. Ma poi si autoissa, sempre. Torna a tuonare e torna a proporre la stessa ricetta: ricostruire il centrosinistra. Ormai è questo il mantra vendoliano. La storia si ripete e i protagonisti della corazzata rossa che dovrebbe battere il premier di turno sono più o meno sempre gli stessi: dai ribelli democratici ai fuoriusciti grillini passando per la Fiom di Landini e per qualche professore o intellettuale (vedi Stefano Rodotà o Fabrizio Barca, solo per citarne qualcuno del passato).
E non importa se fino a qualche tempo fa il governatore della Puglia sembrava aver deposto l'ascia di guerra contro Renzi (definendolo il suo interlocutore, proponendogli addirittura di rifondare insieme il centrosinistra e considerando "vitale" il suo stile perché "quotidianamente cerca di rompere la separatezza del Palazzo e di porre nell'agenda politica le questioni che esplodono nella societa").
Adesso la musica è cambiata. Il nodo della discordia è il Jobs Act. E il nemico da abbattere è il premier. Come? Con Human Factor (che sembra quasi la versione radical-chic di X Factor), una tre giorni milanese che si pone come obiettivo quello di dare vita a un cantiere per federare tutte le sinistre. I lavori però procedono a rilento, specie se si considera che sono anni che Vendola si erge a capofila di un nuovo soggetto politico a sinistra. Lo fece nel 2012, ai tempi della foto di Vasto, quando arrivò addirittura a minacciare così Bersani: "Se il Pd svolta a destra, io e Di Pietro stiamo da soli e ci metteremo a capo di un polo di governo alternativo al Pd". Lo fece poi anche durante il governo Monti e durante quello Letta. E lo sta facendo anche oggi con Renzi, diventato "il cascame del blairismo che tutti i danni che poteva fare ha fatto".
Il suo compagno prediletto è Maurizio Landini, "uno dei volti più popolari della piazza e dell’opposizione, una risorsa della democrazia e della sinistra italiana". Un messaggio di adulazione, quello di Renzi, nell'attesa di capire se il sindacalista sceglierà la strada della politica. Ma di una cosa Vendola è sicuro: il suo partito non è decaduto, anzi. "Da giugno Sel è stata consegnata a un rito di sepoltura mediatica: "Sel è morta, il suo leader è in fuga". Ma questa immagine è stata costruita a tavolino, perché funzionale al Partito democratico. Sel è viva, dialoga con la Cgil, la Fiom e la minoranza Pd, e in pochi mesi ha riguadagnato il centro della scena politica, attraverso l’ostruzionismo dei nostri parlamentari". Sarà. Intanto per adesso i cantieri della nuova sinistra sono stati solo, ancora una volta, annunciati. Bisognerà capire se e quando cominceranno i lavori.
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