La verità bugiarda della madre di Loris

A pochi giorni dall'udienza preliminare dinanzi al gup di Ragusa, Veronica Panarello, la mamma di Santa Croce Camerina accusata di avere strangolato il 29 novembre con delle fascette suo figlio Loris per poi sbarazzarsi del corpicino gettandolo in un canalone, riacquista la memoria. Parzialmente, secondo gli inquirenti. Ma è un primo un passo. Dalla negazione del delitto all'ammissione del reato di occultamento del cadavere del proprio figlio.Che i ricordi riaffiorino solo ora è un caso o è tutto studiato a tavolino? Quale sarà la strategia difensiva? A questo punto, con Veronica che fa crollare la sua prima verità granitica di assoluta estraneità ai fatti, quando ancora sosteneva e lo ha fatto per quasi un anno di avere accompagnato il piccolo a scuola, sembrerebbe quasi obbligata la scelta del rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. In questo modo si punterebbe a dribblare l'ergastolo.Visti i colpi di scena cui la donna ci ha abituato - prima quando ha confessato al marito che forse non ricordava bene, poi quando ha ammesso che Loris avesse fatto rientro a casa, aggiungendo di non averlo ritrovato al rientro, infine quando con la nuova verità ha impietrito gli stessi investigatori che la accompagnavano a ripercorrere il tragitto di quella mattina per ritrovare lo zainetto del bambino - c'è chi se ne aspetta un altro. Ovvero quello dell'ammissione del delitto. Ma sembra inverosimile che la confessione arrivi. Veronica appare ancora una volta preoccupata di salvare se stessa, come è stato quando, visto Loris morto (secondo l'ultima verità), ha deciso di disfarsi del cadavere perché temeva che nessuno le avrebbe creduto.

Forse a rivelare in udienza ciò che accadde sarà la perizia medica che dirà se i segni della fascetta attorno al collo di Loris sono compatibili con un auto strangolamento, come sostiene Veronica, oppure no. Fatto sta che Loris aveva le mani legate. Ci sono poi incongruenze anche nell'ultima versione. A cominciare dal fatto che, diversamente dal solito, Veronica quel giorno parcheggiò l'auto in garage.

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