Vestito nero, voce emozionata e quella faccia sofferente

Per la Boschi la prova più dura in Aula

Vestito nero, voce emozionata e quella faccia sofferente

Arriva in anticipo a Montecitorio, scortata dal suo staff e dal segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti, che pare quasi fare da supplente al presidente del Consiglio. Un bicchiere d'acqua alla buvette, poi Maria Elena Boschi fa il suo ingresso nell'arena. Siede composta e assorta in mezzo al banco del governo ad ascoltare, senza muovere un muscolo, le requisitorie delle opposizioni. Alla sua destra Marianna Madia, giovane e bionda pure lei. Alla sinistra una poltrona vuota, quasi a simboleggiare la presenza in spirito del premier. Per la prova più difficile della sua fin qui breve ma fulminante carriera ha scelto un look molto meno aggressivo del solito: niente blu elettrico o rosa shocking ma un sobrio vestitino nero accollato, con giacca ton sur ton e due perle alle orecchie come unico punto luce. Quando interviene l'emozione le incrina appena la voce nei passaggi più accorati, ma l'eloquio resta freddo e preciso come un metronomo, mentre a braccio sciorina cifre e dati senza un'incertezza nel silenzio totale dell'aula, dimostrando - dietro l'aspetto da Madonna sofferente - la tempra d'acciaio di una politica professionista.

Poi si sottopone con grazia alla lunghissima cerimonia degli abbracci da parte dei compagni di partito, che sfilano in processione sul banco del governo per poterla toccare, come una santa patrona. Il pallottoliere si ferma a 373: «Solo 5 voti meno della prima fiducia a Renzi», fanno notare i fan. Un passo appena dietro il leader.

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