"Vi spiego il metodo Casalino. Così manipola giornali e tv"

Biondo ha lavorato coi grillini: «Quando si prova a metterlo da parte arriva il veto di Casaleggio e Di Maio»

"Vi spiego il metodo Casalino. Così manipola giornali e tv"

«Ho appena parlato con un importante parlamentare del Movimento che mi ha detto: Guarda che noi abbiamo provato mille volte a buttarlo fuori ma non c'è stato mai verso, ogni volta arrivava il veto di Luigi e di Davide. Casalino è intoccabile perché è il custode della trasformazione del M5s da movimento a partito di Di Maio e Davide Casaleggio. La leadership di Luigi durerebbe mezz'ora senza Casalino. Perciò si sente potentissimo e parla come se fosse il Movimento. Una scalata al potere realizzata con metodi feroci». Nicola Biondo conosce bene il «codice Rocco», il metodo di lavoro di Casalino, avendo lavorato con lui all'inizio della scorsa legislatura: Biondo era capoufficio stampa del M5s alla Camera, Casalino responsabile comunicazione del M5s al Senato. Nel maggio 2014 si andò vicini al licenziamento di Casalino. «Chiesi a Gianroberto Casaleggio di togliermelo dalle scatole, lui si arrabbiò: che ti importa di lui, sarai tu il capo della baracca, qualcosa a Grillo dobbiamo lasciargliela, mi disse. Uscì un'agenzia che parlava di un imminente cambio nello staff comunicazione del Senato. Mi chiamò Vito Crimi tutto contento: bene, ti aspettiamo in Senato. Però Casalino restò al suo posto, fui io che me ne andai. Venni così a sapere che, appena capito che volevano farlo fuori, Rocco si era messo a piagnucolare al telefono con un direttore di tg, uno con un rapporto forte con Beppe Grillo. E poi con un famoso direttore di quotidiano. Insomma aveva smosso due pezzi da novanta per cercare protezioni. In questo Casalino è stato molto abile. Lui non esisterebbe se una larga fetta dell'informazione italiana non obbedisse ai suoi diktat». Cosa che invece avviene, sotto forma di messaggini o audio Whatsapp, in cui Casalino detta la linea da seguire negli articoli e nei servizi sul M5s. Chi sgarra entra nella black list e viene tagliato fuori dalle informazioni.

È uno degli elementi del «codice Rocco», il metodo con cui l'ex Gf ha acquisito potere dentro e fuori il movimento. «L'ho vissuto sulla mia pelle. Quando è uscito Supernova (il libro-verità sul Movimento Cinque Stelle, ndr) la Annunziata ci chiamò per intervistarci a In mezz'ora. Eravamo già d'accordo, quando le comunicazioni si interruppero improvvisamente. Venimmo a sapere che Casalino aveva posto il veto: se inviti loro non ti mandiamo più nessuno. E infatti non fummo invitati. In cambio, la puntata dopo c'era Alessandro Di Battista ospite della Annunziata. Questo è il metodo Rocco». Chi si oppone al codice viene punito, chi lo asseconda premiato con la notizia o con il big M5s in esclusiva.

È Casalino che decide quale parlamentare va in tv, come si deve vestire, se ha bisogno di un corso di dizione o di uno sbiancamento dentale. «Così ha guadagnato un grande potere anche tra i parlamentari. Ha il potere di favorirne le comparsate o meno, di parlarne male o bene. Qualsiasi parlamentare che non si sottomette alla sua volontà di dominio e di controllo inizia ad avere problemi. Ce l'ha raccontato chiaramente Laura Castelli». Biondo ci mostra una chat Whatsapp del 2015 con l'attuale sottosegretaria all'Economia, in cui la Castelli si lamenta che Casalino è «diffamatore di brutto nei miei confronti, dice che i giornalisti gli raccontano che io mi sfogo con loro dei miei malumori, cosa falsa. Altri giornalisti mi dicono che è lui a chiamarli e sparlare su di me».

Anche il coautore di Supernova, Marco Canestrari, racconta questo metodo da casa del Grande Fratello per accentrare potere e mandare in nomination i parlamentari che non gli vanno a genio. «Casalino è diventato depositario di tutti i malumori, confidenze, sfoghi dei parlamentari, utilizzati sapientemente per consolidare ed accrescere la propria influenza.

Chi sgarra, tra i parlamentari, è fuori, a meno di non possedere un patrimonio di informazioni tale da contrastare quello di Rocco, come ad esempio Laura Castelli». Conclude l'ex capo della comunicazione M5s: «Chi chiede le sue dimissioni non ha capito il Movimento. Finché Di Maio sarà al governo, Casalino starà a Palazzo Chigi».

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