Cronache

La vicina di Sabrina: "Urlava di aiutarla"

Per il presunto killer sarebbe morta per droga. Si cerca il corpo in una cisterna

La vicina di Sabrina: "Urlava di aiutarla"

Ha urlato, chiedendo aiuto, Sabrina Beccalli all'alba del 15 agosto. Una vicina ha sentito le grida, mentre la donna poi scomparsa si trovava in compagnia di Alessandro Pasini nella casa della ex convivente di quest'ultimo. La testimone ha anche chiamato il 112, ma i carabinieri perlustrando le vie vicine non hanno riscontrato nulla di strano e si sono allontanati.

Prende corpo grazie alle indagini coordinate dalla Procura di Cremona, sotto la guida del procuratore Roberto Pellicano, la ricostruzione delle ultime ore della 39enne di Crema sparita a Ferragosto e di cui ancora non si è trovato il corpo. Anche se l'arrestato, che è accusato di averla uccisa e di aver fatto sparire il cadavere, ha negato il delitto. Nell'interrogatorio di garanzia Pasini ha raccontato di aver passato la notte con Sabrina Beccalli a casa della propria ex (che era in vacanza), di cui aveva le chiavi. I due avrebbero consumato stupefacenti insieme, poi lui avrebbe tentato di avere un rapporto sessuale con l'amica senza riuscirci. Si sarebbe addormentato e risvegliato, trovando Sabrina riversa in bagno vittima di una overdose. Il 45enne, preso dal panico, nel primo pomeriggio del 15 agosto avrebbe caricato il corpo sulla Panda di lei e avrebbe deciso di bruciare tutto. Ha anche, è stato riscontrato, tagliato il tubo del gas della caldaia con l'intenzione di far saltare in aria la casa. Le telecamere di sorveglianza della zona di Vergonzaga lo hanno ripreso che si allontanava dal luogo dell'incendio con il proprio monopattino la sera stessa. Pasini ha insistito nel dichiarare che la carcassa carbonizzata trovata nell'auto è dell'amica morta accidentalmente. Ma ben due veterinari hanno concluso che si tratta dei resti di un cane.

La versione dell'indagato è ritenuta «non credibile» dal gip Giulia Masci, almeno allo stato delle indagini. Le ricerche del cadavere da parte dei carabinieri continuano, in particolare in una vasca di liquami sempre a Vergonzana che è stata sequestrata e deve essere svuotata. Il giudice non ha convalidato il fermo del 45enne, per l'assenza del pericolo di fuga, ma ha disposto la custodia cautelare in carcere. Nell'ordinanza definisce l'indagato «lucido e spregiudicato», di «indole violenta» e «disposto a tutto». Nel presunto appartamento del delitto, alle 5 del mattino, Sabrina ha urlato, «con voce strozzata». La giovane donna ha gridato più volte: «Aiuto, aiuto, no». Un'invocazione, per gli inquirenti, non per chiedere soccorso all'amico a causa del malore, ma per provare a «interrompere un'azione in atto» e attirare l'attenzione di qualcuno esterno alla casa. Inoltre il gip sottolinea come sarebbe stato «molto più logico» da parte di Pasini far trovare il corpo, sul quale le analisi avrebbero potuto confermare la sua tesi sulla morte, piuttosto che farlo sparire.

La soppressione, messa in atto in modo diverso da come ha raccontato l'uomo, avrebbe avuto come scopo quello di distruggere le prove di aver ucciso l'amica «con atto violento».

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