Cronache

Viganò, affondo Vaticano: "Blasfemo e aberrante. Una montatura politica"

Ouellet, vicino a Ratzinger e prefetto dei vescovi, contro l'ex nunzio Usa: «False accuse al Papa»

Viganò, affondo Vaticano: "Blasfemo e aberrante. Una montatura politica"

«La tua è una montatura politica priva di un reale fondamento che possa incriminare il Papa». La prima dura reazione al dossier avvelenato di monsignor Carlo Maria Viganò, l'ex nunzio apostolico che ha chiesto le dimissioni del Papa, arriva con una lettera aperta. La firma è del cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi e fedelissimo di Benedetto XVI, chiamato in causa proprio da Viganò in una recente lettera in cui il porporato canadese viene accusato di aver perso la «dignità», venendo invitato infine a dire la verità sul caso dell'ex cardinale pedofilo McCarrick.

Ouellet nella sua lettera diffusa ieri mattina non usa mezze parole, si rivolge direttamente al confratello dandogli del «tu», bollando il suo memorandum come una montatura politica e rispondendo alle accuse al Papa, pubblicate, lo scorso agosto, su vari media vicini agli ambienti tradizionalisti.

«Capisco - scrive Ouellet a Viganò - come delle amarezze e delle delusioni abbiano segnato la tua strada nel servizio alla Santa Sede»: un chiaro riferimento al desiderio, mai nascosto, dell'ex nunzio apostolico di diventare cardinale. Porpora che però non è mai arrivata per decisione di Papa Francesco che, come rivelato da Il Giornale, aveva anche tolto l'appartamento in Vaticano al monsignore in pensione, proponendogli una sistemazione a circa un chilometro di distanza dal Vaticano, sentendosi però rispondere un risentito: «No, grazie». «Non puoi concludere così la tua vita sacerdotale stando in una ribellione aperta e scandalosa - continua Ouellet - questa infligge una ferita molto dolorosa alla Sposa di Cristo, aggravando la divisione e lo sconcerto nel popolo di Dio!».

Sulla vicenda dell'ex cardinale americano McCarrick, cacciato da Francesco dalla Chiesa lo scorso luglio dopo aver saputo degli abusi dell'ex porporato su un minore negli anni Settanta, Ouellet invece chiarisce che per McCarrick non ci furono delle «sanzioni» inflitte da Benedetto XVI, come affermato «falsamente» da Viganò, perché, aggiunge il porporato canadese «non si disponeva allora di prove sufficienti della sua presunta colpevolezza». All'epoca, peraltro, Viganò svolgeva servizio come Nunzio Apostolico proprio negli Stati Uniti e, per il ruolo che ricopriva, avrebbe potuto contribuire a inchiodare McCarrick alle sue responsabilità. Cosa che però non fece. Anzi, alcuni video ritraggono Viganò in compagnia dell'arcivescovo pedofilo durante alcune cerimonie, e l'atteggiamento dell'allora Nunzio negli Usa era tutt'altro che imbarazzato. Lo stesso Ouellet, a tal proposito, nella lettera aggiunge: «Il caso McCarrick sarebbe stato oggetto di nuove misure disciplinari se la Nunziatura a Washington o qualunque altra fonte, ci avesse fornito delle informazioni recenti e decisive sul suo comportamento».

Quanto alle dimissioni del Papa, invocate dal monsignore perché, a suo dire, Francesco avrebbe ignorato le accuse contro l'ex porporato, il prefetto della «fabbrica dei vescovi», chiarisce senza alcun dubbio: «Non arrivo a comprendere come tu abbia potuto lasciarti convincere di questa accusa mostruosa che non sta in piedi. Francesco non ha avuto alcunché a vedere inoltre con le promozioni di McCarrick. Lo ha destituito dalla sua dignità di Cardinale quando si è resa evidente un'accusa credibile di abuso sui minori.

Leggere - conclude Ouellet - come concludi il tuo ultimo messaggio, prendendoti gioco e gettando un dubbio sulla sua fede, mi è sembrato davvero troppo sarcastico, persino blasfemo!».

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