"Per una vignetta volevano uccidermi"

L'ex ministro mostrò in tv una maglia con un disegno ironico sull'Islam. "Un terrorista mi seguiva"

"Per una vignetta volevano uccidermi"

Roma - Senatore Roberto Calderoli, cosa prova nel vedere la strage di Parigi?

«Innanzitutto dolore per l'assurdità di vite spezzate in nome di una religione. Ma non sono sorpreso: è evidente che siamo in guerra. E poi ho rivissuto un incubo».

Già, l'episodio della t-shirt con la vignetta di Maometto che lei indossò nel 2006 lo ricordano tutti. Come andò?

«Già all'epoca ci furono atti di violenza contro un giornale danese che pubblicò vignette sull'Islam. Denunciai la cosa con una maglietta. Che era pure soft...».

Se la ricorda?

«Certo. C'erano disegnati i quattro Dei delle religioni monoteiste su una nuvoletta e Gesù Cristo diceva a Maometto: “Non te la prendere, sfottono anche me”».

Eppure finì nel mirino dei musulmani.

«Nel covo di un terrorista trovarono foto di casa mia e il percorso che facevo di solito. In una pizzeria da asporto di Bergamo che frequento, poi, lasciarono un depliant con le istruzioni per farmi fuori».

Salvò la pelle ma non la poltrona...

«Ma lo sa che non mi sono mai dimesso? Un'agenzia di stampa anticipò che avrei lasciato il governo e il premier accettò immediatamente le dimissioni».

Ci furono pressioni perché lasciasse...

«Ricordo le telefonate di Pisanu, di Fini ma soprattutto del presidente dell'Eni Scaroni. Gheddafi minacciava di interrompere le forniture di gas e petrolio. E la vuole un'altra notizia?».

E certo.

«Gli scontri di Bengasi, dove ci furono 11 morti, non c'entravano niente con me e la mia maglietta. Era una manifestazione anti Gheddafi e l'esercito sparò sulla folla».

La magistratura la mise pure sotto inchiesta per vilipendio. Com'è finita?

«Non ricordo. Sarà finita in nulla, come è giusto che sia. Non è giusto, anzi è assurdo, che i pm non se la prendano con i terroristi ma con chi dice che ci sono i terroristi».

Torniamo al Charlie Hebdo: c'è chi dice che la strage fa più male ai musulmani moderati che sono la maggioranza.

«È come con gli ultras: se continuano le violenze in curva prima o poi qualcuno chiude gli stadi e ci vanno di mezzo tutti, anche i tifosi pacifici».

L'Islam c'entra o no con la strage?

«È lapalissiano se chi uccide lo fa gridando Allah u Akbar. Se il musulmano moderato esiste, è il caso che si faccia sentire. Ma il problema siamo noi».

Cioè?

«Siamo come Tafazzi: diritti per gli altri e solo doveri per noi».

Cosa dovremmo fare invece?

«Difenderci. E fino ad oggi abbiamo fatto il contrario.

Abbiamo una politica immigratoria demenziale che legalizza i clandestini. Con Mare nostrum siamo andati a prenderci 150mila persone. Con Triton, che ha sostituito Mare nostrum dal 1 novembre, il numero degli immigrati è rimasto uguale».

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