Elezioni politiche 2022

"Serve il vincolo di mandato": la mossa di Forza Italia contro i voltagabbana

Forza Italia propone di inserire il vincolo di mandato in Costituzione. Berlusconi assicura: "Chi cambia casacca va a casa, sarà legge nella prossima legislatura"

"Serve il vincolo di mandato": la mossa di Forza Italia contro i voltagabbana

Anche in questa legislatura non è mancata una transumanza di eletti da un partito all'altro: sono stati molti i parlamentari che, dopo essere stati eletti tra le fila di un determinato soggetto politico, hanno preferito accasare in un'altra formazione in Aula. Da tempo viene sottolineata la necessità di porre un freno ai voltagabbana, ma fino a questo momento non si è passati dalle parole ai fatti. Ecco perché Forza Italia ritiene necessario inserire il vincolo di mandato in Costituzione, anche per rispetto verso gli elettori italiani.

"Chi cambia casacca va a casa"

Una promessa su questo fronte è arrivata direttamente del leader Silvio Berlusconi. Il presidente azzurro, intervistato a Zona Bianca su Rete 4, ha fatto sapere che farà di tutto affinché nel programma elettorale del centrodestra venga inserita una norma contro chi cambia casacca politica. "Si va a casa. Nella prossima legislatura sarà legge", ha assicurato il Cav. Che si è detto amareggiato da chi ha abbandonato la galassia forzista: "Non pensavo che trovassero un vantaggio ad andare altrove".

Vincolo in Costituzione

Sulla norma anti-voltagabbana si è espresso anche Antonio Tajani, secondo cui è necessario "avere un vincolo di mandato, fermo restando che il parlamentare è libero nella nostra Costituzione". Il coordinatore nazionale di Forza Italia ha sottolineato che il gruppo parlamentare "non è una caserma", ma al tempo stesso ha posto l'accento sull'importanza di tenere fede al voto espresso dai cittadini verso gli eletti.

Il programma del 2018

La mossa di Forza Italia non rappresenta di certo una novità: lo stesso Berlusconi, in occasione delle elezioni politiche del 2018, aveva annunciato l'intenzione di prevedere il vincolo di mandato in una riforma della Costituzione che comprendeva anche l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Anche in quel contesto aveva garantito che il centrodestra, qualora fosse stata coalizione di maggioranza, avrebbe introdotto il vincolo di mandato "per evitare i troppi cambi di campi e di casacca del passato".

Tuttavia nel 2018 il centrodestra non ha ottenuto i numeri sufficienti per potere prendere le redini del Paese in piena autonomia. Si sono susseguiti il governo gialloverde, quello giallorosso e infine quello di unità nazionale. Tutti con la presenza del Movimento 5 Stelle, che aveva fatto del vincolo di mandato una delle sue più grandi battaglie. Ma il M5S, alla prova dei fatti, non è stato conseguente rispetto a quanto sbandierato in piena campagna elettorale.

Nello specifico la questione rientrava nel punto 9 del documento di centrodestra per tutelare più autonomie territoriali e un migliore governo centrale.

I partiti della coalizione avevano condiviso il programma attraverso cui si impegnavano a mettere in pratica il vincolo di mandato e a lavorare per avere "una politica più responsabile e rispettosa del mandato degli elettori".

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